Club dei 100 - Sinigaglia, dal sogno Inter ai 116 gol in giro per l'Italia

01.04.2020 13:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Davide Sinigaglia
Davide Sinigaglia

Le lancette del tempo tornano indietro di 21 anni, il teatro è San Siro con un Djorkaeff versione monstre in maglia nerazzurra che annichilisce la difesa dell'Empoli con una tripletta. Per l'Inter in quella giornata non c'è gloria soltanto per il francese insieme a Simeone e Baggio, autori delle altre due reti del pokerissimo, ma anche per un giovanissimo di Tradate che Lucescu decide di mandare in campo a dieci minuti dalla fine. Il tabellone del quarto uomo si alza, fuori Nicola Ventola dentro Davide Sinigaglia"È stata sicuramente una delle più belle emozioni della mia carriera, è stato per me un grande privilegio esordire da minorenne nella squadra per cui facevo il tifo". Una sola presenza prima di iniziare il giro d'Italia tra gol, promozioni, gioie, dolori e infortuni. 

Un anno e mezzo dopo arriva il battesimo con il calcio dei grandi, dopo un'altra stagione con la Primavera nerazzurra, a soli 30 km da casa con l'opportunità chiamata Meda"Come da prassi, i calciatori della primavera andavano in C2 a farsi le ossa. L'Inter decise di mandarmi a Meda ed era la prima volta che giocavo con i grandi". Proprio lì mette in mostra le doti sotto porta, quel ragazzo che ha rilevato Ventola davanti al pubblico di San Siro nel calcio dei professionisti ci può stare. "Fu un'esperienza molto positiva, in un ambiente sereno ed adeguato per esprimersi al meglio. Sono riuscito ad esprimere le mie qualità. Fu il primo campionato e andai subito in doppia cifra".

Da un teatro di 3000 posti come il Città di Meda al grande Euganeo, il salto è di quelli importanti. Da una piccola cittadina ad una maglia pesante come quella biancoscudata che ha regalato i natali a tanti futuri campioni del nostro calcio. "Fu la prima esperienza fuori casa. Forse non ero pronto a gestire quelle aspettative, non ho mai avuto una grande continuità". Dalle 11 segnature in Lombardia e alle 3 a Padova ed un biglietto per Monza. Con i brianzoli respira l'aria di casa e i gol diventano tredici prima della stagione della svolta.

"È stata la stagione della consacrazione, mi sono anche fermato a vivere a Brescia. Una grande esperienza sia dal punto di vista personale che sportivo". Lo stesso Sinigaglia descrive l'esperienza di Lumezzane, la metà del cartellino passa dall'Inter alla Ternana. Quindici gol messi a segno che valgono un biglietto prima per la Serie A, poi sfumata, e di conseguenza il salto in B. Prima di tutti arriva la Reggina ma l'accordo con le Fere manca, l'ultimo giorno di mercato ecco l'Arezzo nella serie cadetta ma le cose non vanno nel verso giusto. "Era una squadra che aveva vinto il campionato l'anno precedente, non sono mai riuscito ad impormi visto che la rosa era stata costruita su misura per Pasquale Marino".

Arriva il momento di altre due grandissime piazze, la prima fermata in Serie A nonostante sei mesi a secco con l'Arezzo. L'Atalanta di Delio Rossi prova l'impresa salvezza dopo una metà di stagione deludente, per Sinigaglia riserva di Makinwa anche il primo ed unico gol in A contro il Siena. "Sfiorammo un'impresa, se vincevamo contro la Roma anche loro potevano rischiare di retrocedere. Abbiamo perso solo con Inter, Milan e Juventus in casa". L'anno dopo ecco Genova, il Genoa viene retrocesso in Serie C per la famosa valigetta e sceglie l'attaccante lombardo per il reparto avanzato. "Fu una sfida molto interessante per me in una piazza da Serie A. Ero partito molto bene ma poi ho subito un infortunio abbastanza grave alla caviglia che mi ha costretto a fermarmi".

Altro giro ad Arezzo prima del ritorno al Padova, una squadra costruita per vincere che non riesce a conquistare la promozione in serie cadetta. "È stato un anno strano, eravamo partiti un po’ così. Con l'arrivo di Mandorlini riuscimmo a fare un buon girone di ritorno ma poi alla penultima giornata il pareggio a Novara e ci negò l'accesso ai playoff". 

Proprio Novara, futura tappa dell'avventura in giro per l'Italia di Sinigaglia ed in quel momento anche la triste scoperta di un tumore benigno. "Appena arrivato mi diagnosticarono questo tumore al testicolo come quello di Acerbi, nel giro di poco tempo ho affrontato due operazioni che mi hanno consentito di poter subito tornare a giocare". Due anni in Piemonte con nove reti totali messe a segno. "Speravo di lasciare maggiormente un segno, furono due anni un po’ difficili accusando anche mentalmente quell'episodio. Forse ero un po’ distratto, ho le mie colpe".

A Novara conosce anche Antonio Recchi che nell'estate 2009 diventa direttore sportivo del Cesena appena promosso in Serie B: lo stesso dirigente decide di portare con sé Sinigaglia. "Per colpa di un problema alla caviglia non partecipai praticamente a tutto il ritiro. Ho fatto qualche presenza, quella squadra si rivelò poi fortissima con Schelotto, Giaccherini e tanti altri che a fine stagione ottenne la promozione in Serie A". Alla festa non partecipa lo stesso Sinigaglia, che a gennaio va alla Virtus Lanciano con un gol in dieci partite.

Antonio Recchi passa alla Ternana e scommette nuovamente su quel pallino chiamato Sinigaglia, una prima stagione complicatissima con la retrocessione contro il Foligno prima dell'annata trionfale da ripescati in Serie C1. "Partimmo da outsider, riuscimmo a vincere un campionato dove non partivamo da favoriti. Giocavamo un bellissimo 3-4-3 con in avanti Nolé e Litteri, a gennaio arrivarono anche Giacomelli e Danti". Proprio a Terni conosce Mimmo Toscano, attuale allenatore della Reggina, giudicato come il miglior tecnico della sua esperienza nel calcio. "Lo sento ancora. È stato tutto magico in quell'anno con lui, un allenatore a cui sono rimasto legato". Rimane anche in Serie B ma arriva soltanto un gol nell'ultima stagione in Umbria. "Io cominciavo ad avere 31 anni, Litteri era giovane poi arrivò anche Alfageme e trovai meno spazio".

Nell'estate 2013 decide di riavvicinarsi a casa, il Monza chiama per la seconda volta e Sinigaglia risponde presente. "L'ultimo giorno di mercato passai dalla B alla C2, volendo potevo anche aspettare ma la squadra era forte dove c'era gente che conoscevo come Finotto, Gasbarroni, Vita e Polenghi. Era un anno particolare, l'ultimo anno prima della Serie C unica. Il vero campionato si giocava in C2, eravamo fortissimi ma non riuscimmo ad arrivare primi nonostante i dodici gol". Dalla Brianza a Reggio Emilia, esperienza alla Reggiana. "Un gran bella piazza, fu un anno un po’ particolare con l'ingresso di una nuova società. Mi trovai bene, a gennaio andai via comunque". Nuovamente vicino casa, sei mesi alla Giana Erminio insieme a diversi ex compagni del Monza e proprio contro i brianzoli arriva il primo gol con la nuova maglia. "Monza mi porta fortuna, alla Giana poi riuscimmo a salvarci".

Altre due esperienze tra Pistoiese e Grosseto fino all'ultima stagione di Serie C per Davide Sinigaglia, la piazza è di quelle importanti: Parma"Ero svincolato, ho aspettato gennaio per trovare una sistemazione senza trovarla. Fortunatamente Raffaele Rubino, collaboratore di Faggiano, mi chiamò per informazioni su Ruopolo. Lui aveva firmato il giorno prima per il Rezzato, lo comunicai allo stesso Rubino e scherzai dicendo che io ero disponibile. Dopo una settimana mi richiamò e mi chiese se volevo diventare il vice Calaiò". Praticamente una squadra di Serie A catapultata in Serie C, una formazione ricca di profili di alto livello che riuscì a conquistare la promozione in B tramite i playoff. Un'esperienza che lo stesso Sinigaglia porta nel cuore nonostante le due sole presenze. "Nel mercato di gennaio arrivarono calciatori di Serie A dopo la falsa partenza, ad un certo punto eravamo quasi riusciti ad agganciare il Venezia. In finale playoff poi con l'Alessandria non c'è stata storia".

A 39 anni Davide Sinigaglia continua a giocare e divertirsi vicino casa nell'Atletico Castegneto, formazione che milita nel campionato di Promozione dopo più di quattrocento presenze e più di cento reti tra i professionisti. 

Antonino Sergi

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