Rassegna stampa - LA STAMPA: "'Jack' Gattuso vede solo azzurro: “Novara chance unica, i giovani sono pronti a fare il grande salto”
Neanche le telefonate da Torino - sponda granata - e Como, la sua città, a giugno lo hanno stuzzicato. Giacomo Gattuso ha scelto di restare al Novara, rifiutando incarichi in altri vivai. Da vent’anni il tecnico è un fedelissimo azzurro, salvo parentesi da giocatore alla Canzese e da allenatore ancora con i lombardi e il Como.
- Sabato alle 15 la sua Berretti inizia il campionato a Turbigo con la Pro Patria. Vent’anni e ancora quali stimoli ?
«Allenare i ragazzi, vederli crescere. Dopo la retrocessione della prima squadra sentivo dire che tornando dalla Primavera alla Berretti non avrei avuto più motivazioni. Falso».
- Con i giovani c’è meno pressione: verità o bugia ?
«Bugia. Abbiamo grande responsabilità verso di loro e il club. Cerchiamo di essere anche psicologi, cioè lavoriamo sui calciatori non solo in campo. In pochi arrivano, quindi dobbiamo formarli e prepararli in generale al futuro. Calcio e vita».
- Se riflette sulla sua storia in azzurro, cosa le viene in mente ?
«La doppia salvezza ai playout in C2 nel’ 99 e 2000 da giocatore. Ecco, ripenso a quei tempi e a quanto poi il club sia cresciuto con la famiglia De Salvo in organizzazione e strutture. La prima volta da tecnico della Berretti (era il 2004, ndr) ci allenavamo qui vicino. Mi cambiavo in un bagno. Esperienze che mi hanno fortificato. Lo dico anche ai ragazzi: essere a Novarello è una fortuna, non buttate via l’occasione».
- Estate movimentata, l’ultima per lei. Nemmeno l’idea di collaborare con Carlalberto Ludi, nuovo ds del Como, l’ha fatta vacillare ?
«È stato un piacere sentirlo. L’ho allenato al Novara e abbiamo condiviso la vittoria della Primavera 2. Ha insistito perché lo raggiungessi e lo apprezzo. Però ho rispetto per la mia società. Non sarebbe stato giusto interrompere il contratto, e comunque - se posso scegliere - sto qui ancora un po’ (ride, ndr)».
- Aspettava una chiamata per la prima squadra ?
«No, assolutamente. Il percorso naturale di alcuni colleghi prevede un inizio di carriera nel settore giovanile per arrivare ai grandi. Il mio è stato inverso. In questi anni ho ricevuto altrove diverse proposte di prime squadre, ma non è il momento».
- Quindi la scelta di Banchieri, dall’Under 16 alla “prima”, non l’ha indispettita ?
«Ma no, nessun problema. Questo è il mio mondo e a lui auguro il meglio».
- Si sbilanci: chi sarà il prossimo Matteo Stoppa ?
«È presto per dirlo. Ne ho visti tanti, da Faragò a Vicari, venuti fuori strada facendo e non subito. A quell’età un calciatore migliora di giorno in giorno, quindi ora rischierei di sbagliare pronostico».
- Dopo Collodel, Nicolas Fonseca è fin qui il “gattusiano” che ha trovato più spazio. Lei lo aveva trasformato da trequartista a regista basso. Un consiglio ?
«Sia meno critico con se stesso. Ha una voglia matta di migliorarsi, ma vorrei fosse più sereno. Lo imparerà di sicuro con l’esperienza».
- La sua Berretti riparte dalla semifinale persa con l’Entella: aspettative ?
«Ripartiamo con tanti 2002 e qualche 2001 per cogliere grandi risultati, ma la priorità e a vittoria più grande è vedere sempre più giovani in prima squadra».
Filippo Massara
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