In ricordo di Lelio Antoniotti, calciatore azzurro e drigente sportivo

Nel 2019 Tuttonovara ricorda, nel giorno anniversario della nascita, i calciatori, gli allenatori, i dirigenti e i membri dello staff del Novara Calcio che ora sono nell'Azzurro del cielo
17.01.2019 09:50 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: it.wikipedia.org
Lelio Antoniotti
Lelio Antoniotti

Il 17 gennaio 1928 nacque a Bard, comune della Valle d'Aosta, Lelio Antoniotti, detto Lello, ex calciatore ed ex dirigente sportivo italiano, che morì il 29 marzo 2014 a Novara, comune capoluogo dell'omonima provincia, in Piemonte, all'età di 86 anni.

Alto 1,68 per 58 kg., giocò come attaccante dal 1945 al 1959. Fece poi parte dello staff della FIGC. 

Tuttonovara gli rivolge un caro ricordo.

 

Carriera

Club

Nativo di Bard, piccolo centro della Valle d'Aosta, Antoniotti iniziò a giocare a calcio nei primi anni quaranta nelle Giovanili della Sparta Novara, società che, nell'immediato dopoguerra, era specializzata nell'allevamento di campioncini in erba.

Con la Sparta esordì nel campionato di Serie C 1945-1946 e la squadra arrivò ultima nel suo girone.

Nella stagione successiva venne ingaggiato dalla Pro Patria, militante in Serie B, con la quale il suo esordio fu folgorante: nella prima stagione tra i professionisti mise a segno ben 22 reti in trentacinque presenze e mostrò le doti del potenziale campione, conquistando la promozione in Serie A. Esordì nella sua prima annata nella massima Serie il 28 settembre 1947 nella gara Pro Patria - Sampdoria (1-0), mentre la prima rete arrivò nella giornata successiva, il 5 ottobre, nella vittoria per 1-0 contro la Fiorentina. In totale collezionò 11 marcature in trentatre gare, con la squadra che conquistò la salvezza terminando all'ottavo posto. Nel 1948-49, campionato noto per la tragedia di Superga, la stagione sembrò iniziare benissimo per Antoniotti, a segno 8 volte in quindici gare, tra cui una tripletta alla Sampdoria. Anche la sua prima stagione nella massima serie, confermò i suoi mezzi tecnici strepitosi, tanto che venne presto indicato dagli addetti ai lavori come il centrattacco più classico del nostro calcio: quando prendeva la palla era difficile levargliela, ma non era egoista e se vedeva un compagno meglio piazzato e in grado di finalizzare meglio l'azione, non esitava a trasformarsi in rifinitore. All'apice della condizione fu però colpito da una grave pleurite e costretto a saltare buona parte di quel campionato (con la squadra che terminò diciassettesima, ad un punto dalla retrocessione) e quasi totalmente la stagione successiva, nella quale scese in campo solo in quattro occasioni mettendo comunque a segno 1 rete, in Pro Patria-Fiorentina 3-0 del 28 maggio 1950 (la Pro Patria terminò il campionato all'undicesimo posto). Tornato titolare nel 1950-51, in trentadue presenze mise a segno solo 6 reti, con la squadra che terminò al decimo posto. A causa probabilmente della malattia che aveva avuto iniziò allora il suo declino.

Al termine della stagione, l'attaccante valdostano venne ceduto alla Lazio, quarta nel campionato appena trascorso e qualificata per la Zentropa Cup (edizione non ufficiale della Coppa Mitropa). La prima stagione di Antoniotti con la maglia biancoceleste non fu all'altezza delle aspettative: l'attaccante mise infatti a segno solo 6 reti in ventinove gare. La squadra terminò comunque al quinto posto, spinta dai gol del turco Şükrü Gülesin: nella Zentropa Cup invece i biancocelesti subirono due sconfitte, perdendo la semifinale per 5-0 contro il Rapid Vienna e la finale 3º-4º posto contro la Dinamo Zagabria per 2-0. Anche nella stagione successiva il giocatore valdostano restò su bassi livelli, siglando solo 4 reti in ventiquattro presenze: la squadra laziale concluse al decimo posto in classifica e Antoniotti venne ceduto.

Arrivato così al Torino, tra i granata che ancora dovevano recuperare dall'incidente di Superga, Antoniotti si mantenne sui livelli già visti alla Lazio: in tre stagioni (dal 1953 al 1956) segnò 13 reti in settantotto presenze, con la squadra che si manteneva nelle posizioni centrali della classifica.

Al termine della stagione 1955-1956 venne ceduto alla Juventus: con i bianconeri, che terminarono al nono posto in quell'annata, mise a segno solamente 2 reti in diciotto partite. Rimase solo una stagione nella Juventus, prima di essere ceduto.

Passò al Lanerossi Vicenza ed anche nella squadra vicentina, così come alla Juventus, Antoniotti si trattenne solo una stagionein Serie A, siglando un'unica rete in sedici partite nel 1957-58. La squadra si classificò settima e il valdostano fu lasciato libero di trovarsi una nuova squadra per la stagione successiva.

Antoniotti giocò allora il campionato 1958-59 nel Novara, militante in Serie B, disputando solo sei partite senza segnare alcuna rete, dopodiché si ritirò dal calcio giocato.

Al termine della carriera, contò 249 presenze e 52 reti in Serie A e 41 presenze e 22 reti in Serie B.

Nazionale

Antoniotti non venne mai convocato nella Nazionale maggiore: ottenne solo una convocazione nell'allora Nazionale giovanile il 6 maggio 1951, quando ancora militava nella Pro Patria.

Dirigente

Terminata la carriera da calciatore, entrò a far parte dello staff della FIGC, come docente di tecnica calcistica prima e poi come responsabile del N.A.G.C. (nucleo addestramento giovani calciatori), direttamente al centro di Coverciano. Fece inoltre parte degli esaminatori del Supercorso degli allenatori per quello che riguarda l'area tecnica.

 

Ecco in sintesi la carriera di Lelio Antoniotti. Nell'ordine sono indicate le stagioni, le squadre di club (con → sono segnati gli eventuali prestiti) e le eventuali Nazionali nelle quali ha militato, il numero di presenze in campionato e, tra parentesi, il numero di gol segnati:

Giovanili

- Sparta Novara

Squadre di club

1945-46 - Sparta Novara - ? (?)
1946-51 - Pro Patria -119 (48)
1951-53 - Lazio - 53 (10)
1953-56 - Torino - 78 (13)
1956-57 - Juventus - 18 (2)
1957-58 - L.R. Vicenza - 16 (1)
1958-59 - Novara - 6 (0)