Esclusiva TNO: una chiacchierata amichevole con la "Pantera nera" Moustapha Beye.

10.04.2015 11:00 di Sergio Guerzoni   vedi letture
Dalla pagina Facebook di Beye
Dalla pagina Facebook di Beye

L’incontro avviene in un accogliente salotto negli edifici direzionali di Novarello, dopo l’allenamento di martedì 24 marzo. La Pantera Nera è lui, Moustapha Beye, per gli amici Moustà, senegalese, ventenne di belle speranze e, aggiungiamo noi, di sicuro avvenire. La fiducia che Mister Toscano ripone in lui, dopo l’esordio nell’ultima gara dei play-out dello scorso campionato, lo riempie di orgoglio e riconoscenza.

Gli ricordiamo un verso dell’inno nazionale senegalese, che recita: “Le Bantou est un frère, et l'Arabe et le Blanc.” (Il Bantù è un fratello, così come l’Arabo e il Bianco). Una sorta di anti razzismo al contrario. Al contrario perché, lo sappiamo tutti, pochi idioti, sugli spalti o nelle piazze, manifestano tutta la loro ignoranza prendendosela con chi, come lui, ha la pelle del bellissimo colore dell’ebano.
E’ un pretesto per introdurre il tema del razzismo becero, ma lui si schernisce e sorride, mettendo in mostra i suoi denti bianchissimi.

“Io non mi preoccupo di queste cose: sono nero e se me lo dicono non mi importa. Queste cose proprio non mi toccano: io faccio il mio lavoro e basta. Poi, come dice l’Inno Nazionale, siamo tutti fratelli.”

In quale città del Senegal sei nato?

“Dakar, la capitale, il 6 gennaio del 1995.”

Che nella lingua Wolof si chiama Ndakaaru, giusto?

“Vero, il Wolof è la seconda lingua del mio Paese, dopo il francese. Io sono di etnia Wolof, che è la maggiore come numero, poi ci sono i Sérér e i Fula.”

Calcisticamente sei cresciuto nell’Alphabet Foot…..

“Si: è la squadra di questo centro sportivo, ma non partecipa a nessun campionato. Formano delle squadre, già da bambini, e giocano fra loro.”

Da lì come sei arrivato in Italia?

“Grazie a un procuratore italiano ed ex giocatore del Novara (1979/80 n.d.r.), Gabriele Savino, ed uno senegalese, Galasse, che collabora con lui. Mi hanno portato in Italia a fare dei provini, prima in altre squadre, ad esempio il Padova. Ho abitato a Milano per sei mesi in un centro di accoglienza, in attesa di avere i documenti in regola. Mentre abitavo lì ero ancora in contatto con Gabriele Savino che mi ha portato a Novara dove sono stato confermato.”

Appena arrivato a Novara sei entrato nella rosa della Primavera?

“Si, sono stato inserito subito nella Primavera.”

Sei diventato novarese, insomma…..

“Si, è la prima e unica squadra dove ho giocato in Italia.”

Che ricordi hai di Mister Gattuso e dei compagni della Primavera?

“Tante cose e tanti bei ricordi. All’inizio non capivo niente del modo di giocare, molto diverso da come avevo giocato fino ad allora.”

Quali erano le differenze tra il calcio che eri abituato a giocare in Senegal e quelle di qui?

“Prevalentemente riferite alla professionalità che c’è nel calcio italiano.”

E con la lingua hai avuto problemi?

“Per la lingua mi ha aiutato molto Lorenzo Dickmann, con il quale viaggiavo in treno da Milano per venire agli allenamenti. All’andata e al ritorno mi ha insegnato a parlare italiano.”

Quanti anni avevi quando sei arrivato?

“Avevo sedici anni.”

Hai fratelli e sorelle?

“Ho due sorelle e due fratelli. Una sorella vive in Francia, gli altri sono in Senegal. Io sono il più giovane.”

Tuo papà è ancora il massaggiatore della Nazionale del Senegal?

“No, ora ha smesso, è a riposo. Però adesso ha un suo studio dove fa ancora il massaggiatore. E’ stato massaggiatore della Nazionale per tantissimi anni che non so nemmeno io quanti.”

Tra i tuoi desideri c’è quello di giocare nella Nazionale del tuo Paese?

“Si. Sarei dovuto andare a fare la Coppa d’Africa Under 20, ma ero fermo per infortunio e non ho potuto.”

Adesso sei completamente guarito?

“Si è tutto passato, cerco solo di stare attento a non avere una ricaduta.”

Che tipo di infortunio hai avuto?

“Uno strappo inguinale, che mi ha costretto a stare fermo 2 mesi e mezzo. Adesso ho ripreso a pieno ritmo dalla settimana scorsa e domenica ero in panchina.”

Come è successo?

“Nell’amichevole del 3 gennaio contro la Caratese. Ho allungato troppo la gamba per prendere la palla ed è partito il muscolo dell’inguine.”

Pensi di rientrare presto da titolare?

“Per me è una squadra e chi gioca è perché lo merita. Anche chi va in panchina si fa sempre trovare pronto, poi è il Mister che decide chi gioca dall’inizio. L’unica cosa che mi interessa è vincere il Campionato: alla fine se giochi o se stai in panchina, mettono anche il tuo nome nell’albo d’oro.”

Pensi che ce la faremo a tornare in Serie B?

“Certo. Noi siamo tutti uniti e pronti per tornare in Serie B.”

Quali sono i tuoi punti di forza come calciatore?

“In fase difensiva il gioco aereo, le palle alte.”

Quello che ha colpito me e tutti coloro che ti hanno visto giocare è la sicurezza che dimostri quando devi uscire palla al piede. Sei d’accordo?

“Questo me lo dicono anche i miei compagni: io non ho paura di giocare sempre la palla, poi nel calcio di oggi gli allenatori chiedono sempre di giocare e di partire da dietro. Io mi sento un difensore, però nel nostro campionato è importante saper anche attaccare quando c’è l’occasione. E’ un campionato tosto e molto duro.”

Qual è stato l’attaccante più forte che hai incontrato?

“Non saprei. Il più forte in assoluto per me è Pablo Gonzalez: con lui in allenamento faccio molta fatica!!!”
 
Alcuni tuoi connazionali che giocano in Italia sono già stati convocati in Nazionale: Gomis, Mbaye…..

“Si, Lys Gomis del Trapani, Mbaye dell’Inter in prestito al Bologna erano convocati per la Coppa d’Africa. Ora hanno chiamato anche Babacar della Fiorentina.”

Invece i vari Ba, Evra e Vieira, nonostante siano senegalesi, hanno scelto di giocare con la Francia…..

“Si, loro hanno fatto questa scelta, ma io voglio solo il Senegal e spero di riuscire a vincere finalmente la Coppa d’Africa, visto che finora abbiamo ottenuto solo un secondo posto.”

Tu hai rapporti con qualche senegalese che gioca in Italia?

“Con Yves Baraye, della Torres. E’ anche lui di Dakar, è un mio grande amico e siamo cresciuti insieme all’Alphabet Foot. Ci sentiamo praticamente tutti i giorni.”

E’ bravo Baraye…..

“Si, è molto veloce e protegge bene la palla. L’anno scorso ha giocato in Serie B, con la Juve Stabia.”

Come ti trovi a Novara?

“Mi trovo benissimo: Novarello è anche la mia casa visto che abito qui da quasi tre anni e ci sto molto bene.”

Il passaggio dalla Primavera alla prima squadra com’è stato?

“Assolutamente normale, grazie anche all’aiuto del direttore del settore giovanile Mauro Borghetti e di Mister Gattuso. Con lui non è stato difficile visto che mi ha fatto esordire nell’ultima partita in Serie B. Già prima però mi allenavo con la prima squadra e quando è subentrato ad Aglietti mi ha fatto giocare. Quest’anno ho 10 presenze in Campionato più una in Coppa Italia.”

C’è qualcuno con cui sei particolarmente amico?

“Io sono amico con tutti, mi trovo a mio agio con tutti, non ho problemi ad andare d’accordo con i compagni.”

Quali altri sport ti piacciono e segui oltre al calcio?

“Il basket, seguo spesso la NBA.”

E il Lamb, la lotta senegalese?

“In Senegal è lo sport numero uno. Quando ero là la seguivo in televisione, non l’ho mai vista dal vivo. E’ uno sport ricco di significati simbolici, con i lottatori che si portano appesi un sacco di amuleti. Prendono anche tanti soldi, milioni quando arrivano all’apice della carriera. Quelli famosi saranno una ventina, però sono qualche migliaio quelli che la praticano, sperando di entrare nell’élite.”

Tu ci hai provato?

“Nooo, non è facile: se ti trovi davanti uno di 150 chili e ti dà un pugno lo senti!!! Meglio lottare con i centravanti in area di rigore!!!”

Quando eri Senegal ti è mai capitato di vedere il Rally Parigi-Dakar?

“So che c’era, ma non sono mai andato a vederlo.”

Cosa fai nel tempo libero?

“Guardo le partite dei più giovani e tanta televisione. Qualche volta vado in centro, ma non tanto, preferisco la tranquillità di Novarello.”

Ti piace il cinema?

“Si, ma lo guardo in televisione. Al cinema non vado.”

Il tuo film preferito?

“Fast & furious.”

Leggi?

“Ora sto studiando per prendere la patente, per il resto non sono un grande lettore: da quando ho smesso di andare a scuola non ho più voglia di leggere.”

Ascolti musica? Tra l’altro il Senegal ha espresso forse il miglior talento di tutta l’Africa: Youssou N'Dour, oggi anche Ministro della Cultura e del Turismo in Senegal.

“Io ascolto prevalentemente musica senegalese e in particolare Youssou N'Dour. Altri che ascolto sono Akon e Sun Sooley, americani ma di origine senegalese. Il mio preferito è comunque Youssou N'Dour: è bravissimo e lo ascolto sempre.”

Dicci qual è il tuo piatto senegalese preferito e quello italiano.

“Il Thiebou dien, un piatto a base di riso e pesce. Della cucina italiana vado matto per la pizza. Mi piace anche la pasta, ma la pizza è il mio piatto preferito.”

Oltre al Novara, per quale squadra fai il tifo?

“In Serie A mi piace molto la Roma, ma la mia squadra preferita in assoluto è il Barcellona e sono molto contento che domenica abbia vinto con il Real Madrid, 2 a 1.”

C’è un giocatore al quali ti ispiri?

“Gerard Piqué del Barcellona.”

A parte la famiglia, cosa ti manca maggiormente del Senegal?

“I miei amici.”

C’è qualche amico che gioca a calcio al quale vorresti consigliare di venire in Italia, magari a Novara?

“Ce ne sono tanti. Quasi tutti quelli che giocano là coltivano il sogno di giocare in Europa, dove c’è il massimo livello calcistico.”

Cosa vorresti dire ai tifosi?

“Io ringrazio tutti i tifosi del Novara per come sostengono la squadra: è una cosa molto importante. Personalmente sento che mi vogliono bene e trovo sia molto bello.”

Bene, grazie Moustà, in bocca al lupo per la tua carriera.

“Sono io che vi ringrazio. Ciao.”

Concludiamo citando un brano del suo cantante preferito, prima nella lingua Wolof a esclusivo uso di Moustapha e poi nella traduzione in italiano.
“Boul ma sene, boul ma guiss madi re nga fokni mane
Khamouma li neka thi sama souf ak thi guinaw
Beugouma kouma khol oaldine yaw li neka si yaw
mo ne si man, li ne si mane moye dilene diapale”
(Youssou N’Dour-“ Seven second”)

“Non guardarmi da lontano
Non guardare il mio sorriso
E non pensare che non sappia
Cosa c'è al di fuori di me
Non voglio che mi guardi e pensi
Che quel che c'è in te è per me
Quel che c'è in me è per aiutare gli altri”