Riflettendo sui Gironi della nuova Serie C (di Tommaso Maschio)

21.06.2019 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Tommaso Maschio
Tommaso Maschio

In attesa di capire se le 60 squadre aventi diritto a partecipare alla prossima Serie C si iscrivano (il 24 giugno sarà la data ultima per presentare tutti i documenti finanziari e relativi agli impianti) si fa un gran parlare della possibile sproporzione di forze e di piazze importanti fra il Girone C e gli altri due.

Certamente avere ai nastri di partenza, tutte assieme, Avellino, Bari, Catania, Catanzaro, Foggia, Reggina e Ternana non è roba da poco e rende estremamente affascinante il Girone meridionale proponendo derby infuocati e sfide che si è stati abituati a vedere in ben altre serie.

Ma a ben vedere anche il Girone B non sarebbe da meno con Carpi, Cesena, Vicenza, Monza, Padova, Triestina e Venezia tutte assieme appassionatamente. Si tratta di squadre e piazze che hanno poco da invidiare per tradizione, pubblico e appeal agli squadroni del Sud.

Il solo Girone A, sulla carta, sarebbe meno competitivo pur contando alcune squadre di nobile lignaggio come come Piacenza o Pro Vercelli.

Ma torniamo al Girone C che, come detto, sta scaldando maggiormente gli animi e i commenti. Già a maggio il presidente dell’Avellino Claudio Mauriello lanciava l’ipotesi di una diversa suddivisione dei gironi che rendesse meno difficile il girone C (“dieci volte più difficile degli altri due”). Quale divisione non è dato sapersi, ma l’unica possibile sembrerebbe quella di un ritorno alla suddivisione est-ovest sperimentata qualche anno addietro e poi abbandonata anche per i costi enormi di trasferta. Inoltre con tre gironi da comporre sarebbe piuttosto complicata un’ipotesi del genere a meno di non voler formare un girone A di tutte nordiche (con il Po come linea di confine) e poi dividere in Est e Ovest le squadre dall’Emilia in giù. In questo caso pugliesi e calabresi potrebbero finire in un ipotetico Girone C mentre campane e siciliane in quello rendendo così meno denso di grandi nomi un unico girone.

Altre alternative però non me ne vengono in mente a meno che non si voglia prendere un paio di grandi piazze del sud (Quali? E secondo quali criteri?) e catapultarle nel Girone A e in quello B. Una soluzione piuttosto azzardata, ma non troppo campata per aria visto che lo scorso anno in Serie D vi fu una vera e propria rivoluzione nella suddivisione dei 9 gironi proprio per evitare che troppe grandi si scontrassero fra loro, che però non credo possa essere presa davvero in considerazione a meno che non siano davvero tante (e non le 2-3 che al momento sposerebbero l’idea di Mauriello).

Tommaso Maschio