Pablo Andrés González, coraçon azzurro per sempre ... l'Editoriale di Simone Balocco

25.07.2016 11:00 di  Simone Balocco   vedi letture
Pablo Andrés Gonzalez
Pablo Andrés Gonzalez
© foto di foto novaracalcio.com

La stagione 2009/2010 vide il Novara partecipare al campionato di Lega Pro con un unico obiettivo: la promozione in Serie B. Era dalla stagione 1976/1977 che il club azzurro mancava da quelle categoria ed aveva anche disputato quindici campionati consecutivi di Serie C2. Per quella stagione Massimo de Salvo, patron della squadra, allestì una squadra molto forte: i nuovi portieri erano lo svincolato Alberto Fontana (con un passato anche in Serie A) e il promettente albanese Samir Ujikani dal Palermo; in difesa dal Foggia arrivò il poco conosciuto ma roccioso Andrea Lisuzzo; a centrocampo dalla Ternana arrivò in prestito il fantasista dall'alto potenziale tecnico Marco Rigoni e in attacco dal Cesena un bomber del calibro di Simone Motta. Questo oltre ai confermati Filippo Porcari, Cristian Bertani, Matteo Centurioni e capitan Raffaele Rubino. Allenatore di quella squadra era stato chiamato Attilio Tesser, reduce dall'esonero con il Padova della stagione precedente (con i patavini promossi in Serie B con il suo sostituto, Carlo Sabatini) e venuto a Novara in cerca di riscatto.

Tra gli acquisti “non di grido” di quell'estate, ci fu anche quello di un ragazzo argentino nativo di Tandil e scovato nel campionato albiceleste di quarta serie tra le fila del Grupo Universitario Tandil. Il suo nome era Pablo Andrés González e alle spalle aveva avuto una pessima esperienza (in senso di numeri) con il Locarno due anni prima. Questo giocatore era particolare: alto, dinoccolato, un buon fiuto del gol unito ad una corsa eccezionale e in patria aveva fatto il portalettere (il “cartero”) per mantenersi. Non era un professionista, per intenderci.

L'argentino non partiva titolare in quel Novara, chiuso in avanti da Bertani, Rubino, Motta e Ventola, arrivato a novembre da svincolato. Il debutto del giocatore avvenne alla seconda giornata, subentrando a Rubino, nella partita casalinga contro il Sorrento (vinta dal Novara per 2 a 1). La prima rete azzurra la mise a segno alla seconda partita casalinga contro il Monza, con González (subentrato nella ripresa al capitano azzurra) che al minuto 88 pareggiò il vantaggio di Iacopino. La prima da titolare la giocò alla sesta giornata contro l'Alessandria.

Complessivamente, in quella stagione, il “cartero” siglò cinque reti in campionato, tre in Coppa Italia ed una nella Supercoppa di Lega Pro contro il Portogruaro nel match di ritorno, che diede la certezza della vittoria della coppa al Novara. Il suo gol più importante, e bello, però lo siglò proprio in Tim Cup in trasferta, come la doppietta al Siena al quarto turno: contro il Milan di Leonardo a san Siro davanti a 13mila tifosi azzurri. Al primo minuto del secondo tempo, González segnò un gol clamoroso sotto la curva dove erano assiepati i tifosi novaresi, sancendo il momentaneo pareggio tra le due formazioni: il piccolo Novara stava mettendo sotto il Milan. Alla fine la spuntarono i rossoneri, ma gli azzurri e l'allora numero 9 (in Lega Pro non erano previste le maglie personalizzate) uscirono tra sonori applausi.

Ne ha fatta di strada Pablo Andrés González da allora: 233 partite totali, 78 reti tra campionato, coppe e playoff/playout, con annesse tre promozioni (due in Serie B, una in Serie A), una retrocessione (in Lega Pro), oltre a due Supercoppe di Lega Pro.

Volenti o nolenti, da sabato mattina González non è più un giocatore del Novara, in quanto è stato ceduto all'Alessandria, squadra militante nel girone A di Lega Pro con l'obiettivo di tornare in Serie B dopo quarantuno anni di assenza.

La notizia della cessione di Pablo Andrés González girava da inizio settimana e si è risolta ufficialmente in favore dei “cugini” piemontesi: sull'attaccante si erano fatte importanti le richieste del Bari in cadetteria e di Parma e Cremonese in terza serie. I ducali volevano riprodurre la coppia d'attacco degli ultimi due anni del Novara con Felice Evacuo, mentre i grigiorossi, grazie al neo tecnico Tesser, volevano portare in Lombardia l'allievo prediletto del mister di Montebelluna, unendosi ad una “piccola” colonia di giocatori ex Novara per cercare quel salto di categoria che da quelle parti manca da dieci anni.

Il giocatore ha firmato un importante contratto quadriennale ed è già in ritiro a Bardonecchia con i nuovi compagni.

Con la cessione di Pablo Andrés González finiscono diverse epoche per il Novara: quella della doppia promozione dalla Lega Pro alla Serie A; quella della remuntada di Aglietti; quella della brutta retrocessione in Lega Pro; quella delle promozione in Lega Pro con penalità e quella appena conclusa con il Novara neopromosso e capace di lottare (quasi) fino all'ultimo per la promozione in A  e con la tripletta dello stesso  González al Bari nel turno preliminare.

I tifosi sono molto divisi sulla decisione della squadra di privarsi di una bandiera come Pablo  González, un giocatore che, partito dalla gavetta, ha contribuito a far sognare una piazza per oltre trent'anni ai margini del grande calcio, facendola divertire.

L'amore verso questo giocatore toccò l'apice nell'estate 2012, con il Novara tornato in cadetteria dopo l'anno in Serie A decidendo di ripartire ancora da Gonzalez. Anche l'attaccante di Tandil l'anno prima giocò in Serie A, ma non con la maglia del Novara: la stagione 2011/2012 la disputò con due maglie, quella del Palermo e del Siena. I rosanero acquistarono González nel gennaio 2011, dandolo in prestito al Novara fino al termine della stagione, ma, nonostante il gol contro il Thun nei preliminari di Europa League, decisero di prestarlo ai toscani bianconeri, con cui disputò venti partite complessive segnando tre reti (di cui due nella “solita” Tim Cup). Il giocatore non entrò nei meccanismi di mister Sannino e, complice un infortunio che gli impedì di giocare le ultime partite della stagione, non fu confermato dal Palermo che lo cedette a titolo definitivo al Novara. La prima volta di Pablo González in Serie A fu un fiasco clamoroso.

Allora il “figliol prodigo” Pablo decise di ridursi lo stipendio rifiutando un ingaggio di un'altra squadra di A (la Sampdoria) pur di tornare a Novara. E la scelta fu azzeccata: 14 reti e venti assist, con gli azzurri che da penultimi a dicembre riuscirono ad arrivare quinti in classifica, disputando i playoff. Nonostante l'eliminazione contro l'Empoli, González divenne il giocatore ad aver effettuato più assist in tutti i campionati europei. Più di Messi, per intenderci, che ne fece “solo” diciotto.

La stagione successiva per Pablo González si aprì con la richiesta dell'Hellas Verona, ma lui rifiutò ancora. La stagione sia per l'attacante che per il Novara fu tremenda: sei reti in campionato per il “cartero”, retrocessione in Lega Pro per gli azzurri. Nonostante lo stesso numero 19 cercò di salvare la baracca nel playout di ritorno contro il Varese segnando una doppietta, gli azzurri, dopo quattro stagioni, tornarono nella terza serie nazionale González per tutto il campionato è stato lontano dalla forma migliore, relegato in panchina per tante partite e solo nel finale di stagione si svegliò, segnando (compresi i playout) cinque reti nelle ultime sei partite giocate.

Nonostante la retrocessione, González decise di ripartire ancora da Novara e con il Novara. La favola sembrava non finire mai: il giocatore in città aveva messo radici, si era sposato con una connazionale, diventando padre di tre bambini. Insomma, ancora un po' e poteva candidarsi come sindaco che i novaresi lo avrebbero anche eletto.

In Lega Pro, Pablo fu uno dei terminali di una squadra fatta per la serie cadetta, segnando quindici reti. Per la prima volta nella sua storia, il Novara portò tre giocatori in doppia cifra nella classifica marcatori, ovvero i suoi tre attaccanti (Evacuo, Corazza ed il “cartero”). A fine stagione, promozione e Supercoppa in bacheca. Come quattro anni prima.

Quest'ultimo anno calcistico ha visto il “cartero” protagonista di tanti assist (nove) ma di poche reti (dieci, la sua terza peggior stagione realizzativa a Novara). Ma queste furono pesanti: gol-vittoria contro il Cagliari all'andata (prima marcatura stagionale, alla settima giornata) e al ritorno; gol-vittoria contro il Livorno al “Picchi; assist per Galabinov e contro-assist del bulgaro per lui ad Ascoli; il quarto gol contro il Modena (quarta volta in doppia cifra con la camiseta del Novara); la tripletta fantastica in quarantotto minuti contro il Bari nel turno preliminare play out.

Con il nuovo allenatore Roberto Boscaglia, la stagione 2016/217 sarebbe stata la settima in azzurro e con la fascia di titolare al braccio vista la cessione di Evacuo. E invece  la luna di miele tra Pablo Andrés González e il Novara si è conclusa ufficialmente sabato mattina con l'annuncio della cessione e dell'acquisto sui siti ufficiali degli azzurri e dei grigi.

González con 78 gol è il quarto marcatore azzurro della storia, a sole otto marcature da Silvio Piola, terzo, nonché il più forte straniero atterrato sotto la Cupola di san Gaudenzio nei 108 anni di storia azzurra.

Oltre a Gonzalez, il Novara ha segnalato la cessione al Parma di Felice Evacuo due settimane fa: il club azzurro si ritrova quindi senza due tra i suoi attaccanti più forti, capaci di segnare la scorsa stagione ben ventisei reti, tra regular season e playoff. Nessuno avrebbe pensato di cederli entrambi a stretto giro di posta a due squadre blasonate ma di categoria inferiore. Finora il direttore sportivo Teti ha portato in dote a Boscaglia Gianluca Sansone, una garanzia nella serie cadetta, e l'italo-marocchino Hicham Kalis, promessa dell'Albinoleffe, oltre all'ingresso in prima squadra dell'attaccante croato classe 1998 della Primavera di Gattuso, Antonio Lukanovic. Sicuramente il Novara dovrà intervenire ancora sul mercato per il reparto avanzato, manca più di un mese alla fine del calciomercato e il tempo per muoversi è ancora tanto.

I tifosi sono divisi tra il definire González un “mercenario” come tutti i calciatori del Mondo e chi invece gli avrebbe prolungato il contratto fino a fine carriera e questa “divisione” si protrarrà ancora per molte settimane.

Fatto sta che la prossima stagione, dal tunnel del “Piola” non uscirà più per primo quel González che trainava tutti i compagni e che in campo metteva l'anima. Mancheranno le sue corse sfrenate, i suoi gol di sinistro e ad effetto dalla sua “mattonella”, la sua esultanza “a onda” dopo un gol e i suoi assist che hanno permesso a molti suoi compagni di andare in rete. Mancheranno tante cose d'ora in avanti.

L'Alessandria ha fatto un vero colpo di mercato, accaparrandosi un giocatore al top della forma e che in Lega Pro può fare la differenza. A Novara invece rimane il ricordo di un grande giocatore (e di un grande uomo) che ha scolpito il suo nome nella storia del club.

Buena suerte Pablo e grazie per aver fatto sognare una città intera.

Simone Balocco