Overbooking in Serie C ... (di Marco Pieracci)

08.08.2019 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Marco Pieracci
Marco Pieracci
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Il luglio più caldo di sempre, dal punto di vista climatico, fortunatamente non è si è rivelato altrettanto rovente come nelle scorse stagioni in terza Serie. Basti pensare a quella appena conclusa che ha visto una interminabile coda di ricorsi e contro ricorsi, condizionata da maxi penalizzazioni e classifiche riscritte fino ad una manciata di giornate dall'epilogo del campionato. Ed invece stavolta le cose sono andate un po' diversamente: un numero ridotto di mancate iscrizioni, calendari stilati in anticipo rispetto alle serie maggiori. Che un cambio di tendenza ci sia stato, appare incontestabile. Ma che estate sarebbe stata senza neanche un caso spinoso di cui discutere sotto l'ombrellone ? Alzi la mano chi, al netto dei chiari di luna ai quali eravamo abituati, con tante società alle prese con enormi difficoltà economiche, e non solo, avrebbe previsto addirittura un overbooking nell’organico delle partecipanti.

Perchè di questo, oggi, siamo a parlare: di una Serie C con 61 squadre aventi titolo. La riammissione dell’Audace Cerignola, vincitrice in sede legale di una battaglia legittima, riguardante criteri strutturali (nello specifico le condizioni del manto erboso in sintetico del proprio impianto), toglie però un po’ di quelle certezze e, se confermata, impone un ripensamento del format, quanto meno per ciò che concerne il girone C. Dopo l’accoglimento del ricorso presentato dal club pugliese la palla passa al TAR del Lazio, al quale FIGC e Lega Pro si sono rivolte per ottenere la sospensione del procedimento del Coni e rimandare la decisione nel merito a settembre. Se il responso sarà negativo l’allargamento diventerà inevitabile e con esso la riformulazione del calendario. Insomma, il solito pasticcio all'italiana. Nella speranza che sia solo l’ultimo incidente di percorso di un sistema diretto verso il cambiamento.

Sarà veramente così ? In realtà i segnali che arrivano dalla Serie B non sono particolarmente incoraggianti. Nei precedenti editoriali si è più volte posta l’attenzione sulle situazioni societarie poco limpide di Juve Stabia e Trapani e continuiamo a farlo anche adesso nonostante siano fuoriuscite dal nostro ambito di competenza. La questione della doppia proprietà, vietata dalle norme federali, è stata oggetto in questi giorni di una interessante inchiesta del Fatto Quotidiano. La ricomparsa sulla scena della famiglia Petroni, dopo la disastrosa esperienza di tre anni fa a Pisa, non è un bello spot per il nostro calcio ed amplifica gli interrogativi sulla efficienza dei controlli, annoso problema da risolvere per una riforma ineludibile. La Procura sta indagando, ma è possibile che nessuno abbia sollevato obiezioni al momento del passaggio delle quote? Dov'era chi doveva vigilare? In attesa che i tribunali facciano chiarezza sulla vicenda sarebbe bene capire come prevenire il ripetersi di certe situazioni ambigue anziché essere costretti ogni volta ad agire ex post.

Marco Pieracci

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