La scelta sbagliata, lo spettacolo che deve continuare (di Ivan Cardia)

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga, laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio, su TuttoMercatoWeb.com
05.09.2018 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Ivan Cardia
Ivan Cardia

Se dipendesse da chi vi scrive, guardereste una bella pagina bianca. Fino a venerdì 7 settembre, comunque vada, parliamo di aria fritta. Il calciomercato è chiuso, più o meno. Il campionato non inizia, almeno quello di C. La scelta più sensata, l’ho già scritto da un bel pezzo, sarebbe (stata) quella di fermarsi e aspettare di riportare un po’ di ordine. The show must go on, però, e allora niente stop e soprattutto nessuna pagina bianca. Sull’assenza di aria fritta, invece, non possiamo dare grandi rassicurazioni.

Ormai ci siamo, tanto vale provare a immaginare cosa succederà. Carte alla mano, regole alla mano, è difficile immaginare che il pasticcio non si verifichi. Il Collegio di Garanzia del CONI, se rispetterà ciò che ha già pubblicamente scritto (e twittato il presidente Frattino), non potrà far altro che ristabilire la normalità dei campionati, o almeno di quello di Serie B, a 22 squadre. Tutto il resto sarebbe una toppa, quasi peggio del buco. Attenzione: non sto dicendo che andrà così, perché ormai a fare previsioni non ci si azzarda nemmeno. E perché la certezza dei tempi è comunque un valore da tutelare. Però quando è troppo è troppo.

La decisione della Lega B, con il frettoloso supporto della FIGC, di restringere il proprio numero di squadre, è sbagliata. Nel senso che va contro i regolamenti, non ne facciamo certo una questione di opportunità. Quella che, in fin dei conti, perseguono comunque tutti i soggetti interessati. Regole alla mano, non ci sono alternative alla Serie B a 22 squadre. A 20 sarebbe comunque una forzatura, a 25 un obbrobrio. A 19 con sette promozioni dalla C ? Nasceva come boutade e provocazione, lo è diventata molto meno perché tutto sommato sistemerebbe le cose per l’anno prossimo e, con le elezioni federali alle porte, consentirebbe di posticipare il problema, che comunque è il mestiere in cui meglio siamo specializzati da queste parti.

Ipotizziamo una Serie B a 22 squadre, quindi. Si vedrà se andrà davvero così. Sarebbe clamoroso, più di quanto non sembri, perché modificare un campionato in corso sarebbe davvero una novità senza precedenti, eppure le possibilità ci sono. Quali le tre riammesse ? Catania e Novara non possono dormire sonni tranquilli, e infatti le frecciate della Ternana (che per certe decisioni ha comunque esultato un po’ troppo spesso) non si sono fatte attendere. Anche in quel caso, comunque, si era stravolta una situazione relativamente pacifica. Non è un caso che il Catania, a questa speranza inattesa, non ci aveva mai creduto e non aveva fatto ricorso.

Quali che saranno le riammesse (o ripescate, o chiamatele un po’ come vi pare), si porrà un nuovo problema. Il mercato è chiuso, ma costruire una squadra per la Serie C è ovviamente una cosa diversa dal costruire una squadra per la Serie B. Non si discute solo del valore dei giocatori, che pure nel gioco del calcio non dovrebbe essere una variabile secondaria, quanto delle regole. I due campionati hanno norme diverse per le rose delle squadre, senza riapertura del mercato saranno in competizione squadre che comunque giocano con regole diverse. È un problema che ci si porrà ?

Il giorno dopo la pronuncia del Collegio di Garanzia, poi, avremo la presentazione dei calendari di Serie C. Partenza fissata il 15 settembre: rimarrà quella ? I disagi, per le società, sono tante. E pure, verrebbe da dire, per i tifosi, chiamati a organizzare una trasferta da una settimana all’altra. Paga sempre l’ultima ruota del carro, direbbero i più rancorosi. Postilla sul mercato: abbiamo detto che è chiuso, più o meno. Riapertura o no, c’è ancora un mare magnum di svincolati in cui pescare. Anche con ottime qualità tecniche: gente che deve aspettare metà settembre per sapere se avrà ancora un lavoro o no. Quando pensiamo al calciatore, immaginiamo Cristiano Ronaldo. Poi c’è Sghimbirelli che giocava nello Stocazzago guadagnando quanto un impiegato medio e dall’oggi al domani si trova senza squadra e senza uno stipendio. Le gioie del professionismo, baby. Una delle prime cose da cambiare, se davvero il 22 ottobre avremo un nuovo presidente federale: semi-professionismo non è una bestemmia. Ultimissima sugli svincolati o sugli acquisti dell’ultima ora: il Bari sta costruendo una grandissima squadra per la Serie D, forse anche troppo. Si è diffusa l’idea che cotanto schieramento di forze nasconda la rassicurazione che, una volta riportata la B a 22 squadre, il ripescaggio in Serie C sarebbe cosa più o meno fatta. Non ha alcuna base normativa. Poi magari succederà, e saremo qui a cantare le fortune del Bari.

Ma non illudiamo i tifosi. Hanno già pagato troppo.

Ivan Cardia