La frittata rotta e girata della B, è sempre una questione di soldi (di Ivan Cardia)

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga, laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio, su TuttoMercatoWeb.com
31.10.2018 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Ivan Cardia
Ivan Cardia
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"Bisogna tutelare il calcio giocato, i campionati, i tifosi, gli appassionati: questa è l'unica idea che ho io, spero sia quella giusta. Decisioni definitive non ce ne sono, ripeto che si deve solo tutelare il calcio”. Di indiscutibile c’è che decisioni definitive non ve ne sono. Un po’ il mantra di questa stagione. Per il resto, tutto molto discutibile. Perché a parlare è Mauro Balata, presidente di Lega B: con tutto il rispetto, è un po’ paradossale. Il tentativo di rigirare la frittata da parte dei 19 club di B, infatti, sarebbe divertente se non fosse patetico: è difficile dimenticarsi che tutto il caos di questa annata 2018/2019, in fin dei conti, deriva da una loro scelta. Le conseguenze, economiche e non solo, derivano da una decisione discutibile e profondamente sbagliata, che i club di B rischiano di pagare a caro prezzo tra qualche mese.

Alla fine della fiera, è sempre una questione di soldi. Rispetto per i tifosi, amore per il calcio: chiacchiere. Non da bar, ma quasi. I 19 club della B attuale hanno chiuso i ripescaggi per spartirsi due lire in più (600 mila euro a testa); gli esclusi della C hanno lottato per conquistare in tribunale una promozione (o una salvezza) fallito arriva sul campo, ma adesso sarebbero più che contenti di un congruo risarcimento economico. Fatta la frittata, che almeno si paghino le uova. 

Abbiamo evitato l’ennesimo spiegone e riepilogo. Chi arriva su queste pagine dovrebbe essere già abbastanza aggiornato. Nel caso, comunque, siamo sempre lì, probabilmente da questa fase non ne usciremo mai. 19 squadre in Serie B, contro ogni norma ma con l’ennesimo tribunale che deve pronunciarsi. Campionato di Serie C che riprende ma forse si fermerà. La novità è la presidenza Gravina in FIGC, ma è ovvio che la patata bollente non possa raffreddarsi nel giro di qualche giorno. Ieri la scelta di attendere il 15 novembre, data in cui si pronuncerà il Consiglio di Stato, è formalmente la più corretta. Però è l’ennesima non decisione. E per uscire da questo impasse, probabilmente, serve più coraggio che correttezza.

Il caso più spinoso, in ultima analisi, resta quello dell’Entella. Davvero paradossale. C’è una sentenza che dice che l’Entella deve giocare in Serie B. Mai impugnata, mai contraddetta, mai rispettata. Ecco, se va bene la Serie B con meno squadre, perché ormai si è andati troppo in là, farla a 19 non ha proprio senso. La soluzione: Entella in Serie B, con 20 squadre. Viterbese nel Girone A. Risarcimento economico deciso fuori dai tribunali per i club interessati, due mani che si vengono incontro per uscire da questa conflittualità che comunque non porterà mai da nessuna parte. Poi di nuovo testa al calcio giocato. Se magari nel frattempo si scoprisse quante retrocessioni e promozione vi saranno a fine stagione, sarebbe tanto di guadagnato. Pare sia tardi per tutto, tranne che per dare una parvenza di regolarità. Almeno quella.

Ivan Cardia