L'editoriale di Vittorio Galigani del 18 dicembre

Vittorio Galigani, esperto dirigente calcistico, già Direttore Sportivo oltre che Direttore Generale in numerosi club professionistici dalla Serie A alla ex Serie C, è Editorialista per TuttoLegaPro.com
19.12.2014 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttolegapro.com
Vittorio Galigani
Vittorio Galigani

E’ bene sgomberare il campo. Aprire gli occhi, a tutti, su quello che sta accadendo in Lega Pro. Non si tratta di un antagonismo tra uomini per la rincorsa al potere. Come qualcuno vorrebbe far credere. Quella semmai interessa al “magno” Claudio che si sta industriando, su tutti i fronti, per far transitare delle norme nell’ ambito del suo personale, esclusivo interesse (multiproprietà e tanto altro ancora).

Lotito, in questo, non conosce frontiere, lo ha pur dimostrato. Per difendere “quella” sterile maggioranza in Consiglio Federale e quella sua “stanza”, ai piani alti di via Allegri, non usa mezzi termini. Per questo adopera i metodi che gli sono più congeniali. Per lui, cercare lo scontro frontale e  dalle invettive alle vie di fatto, il passo è breve.

Sa bene il presidente della Lazio che nelle pieghe di un eventuale quanto auspicabile cambio in terza serie si aprirebbe una falla, di non poco conto, anche in seno alla Federcalcio. In un nuovo quadro delle possibili alleanze, traballerebbe quella maggioranza che attualmente si regge sull’ asse consortile composto da Lotito, Tavecchio e Macalli. Venendo meno il supporto dei voti della Lega Pro i vertici federali sarebbero a rischio e rischierebbero di andare sotto in più di una occasione.  

Non si tratta di una rincorsa al potere. Come qualcuno vorrebbe far credere, ma di una solida presa di coscienza dei presidenti di Lega Pro. Il diritto a riappropriarsi del proprio ruolo all’ interno del sistema. Un nuovo modo di gestire, quei conti  e tutte le attività, sportive e commerciali legate alla categoria, con trasparenza e condivisione. 

La base ha emesso il suo verdetto. La sfiducia è palese. Arrampicarsi sugli specchi peggiora una situazione di per se stessa già incancrenita. La “bocciatura” del bilancio deve far riflettere. Il solo pensare, come è stato dichiarato, di rivisitarne le poste è estremamente grave. Ridicolo cercare un rimedio, come è stato fatto, alla ricerca di impossibili appigli, per invalidare quell’ assemblea. 

Arriva sempre, per tutti, un punto di non ritorno. Il momento in cui si deve, necessariamente, fare un passo indietro. Si evidenzia, nello specifico, il peso della questione morale dalla quale nessuno può esimersi. Non si può rimanere in paradiso a dispetto dei santi. Il buon senso, in questa situazione, deve prevalere in tutto il direttivo di Lega consigliando i suoi componenti a rimettere il proprio mandato e presentarsi dimissionari alla prossima adunata. Nessuno vieta a Macalli di ricandidarsi con un nuovo programma. La decisione di lasciare alla base la facoltà di scegliere la governance del futuro rappresenterebbe un positivo segnale di grande responsabilità. 

Gabriele Gravina e Francesco Ghirelli. I protagonisti della procedura di rinnovamento. Un errore imperdonabile indicarli come  capi di una rivolta. Una interpretazione, di comodo e di parte, che non inficia la bontà di quel progetto nel merito del quale ci si è preventivamente confrontati, ricevendo  positivi riscontri da tutte le componenti. Come, certamente, non bisogna dimenticare le diverse attività, qualificanti, messe in campo dai vertici della Lega Pro, nella corrente stagione. Tutte certamente positive, ma comunque frutto di interessanti elaborati (uno su tutti la diretta streaming delle gare di campionato e coppa) riconducibili, nella progettualità, all’ ex direttore generale. Stimato e confermato, con rinnovo contrattuale, all’ alba del 2014 quanto inopinatamente ed inaspettatamente sfiduciato ed estromesso a metà stagione. Imitando, in materia, metodi appartenenti a regimi politici del passato. 

Per concludere: serie D e dintorni allo sbando. Campionati falsati. Classifiche che rischiano di essere stravolte in più di un girone. Società in crisi finanziaria già in avvio di campionato. Calciatori non pagati che non si allenano per protesta. Juniores mandati allo sbaraglio con il solo scopo di evitare penalizzazioni. Professionalità a costo zero. Lacune paurose nelle procedure dei tesseramenti (quando basterebbe un bel visto di esecutività). Assoluta mancanza di controllo.

In definitiva siamo alle solite. Ma calma perché il “magno” Claudio ha detto di stare tranquilli che questo (con Tavecchio e Macalli) è il governo del…fare !