L'editoriale di Vittorio Galigani del 16 aprile 2015

Vittorio Galigani, esperto dirigente calcistico, già Direttore Sportivo oltre che Direttore Generale in numerosi club professionistici dalla Serie A alla ex Serie C, è Editorialista per TuttoLegaPro.com
18.04.2015 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttolegapro.com
Vittorio Galigani
Vittorio Galigani

Il calcio della Lega Pro. Il “sistema” che si sta sgretolando. Grottesco quanto sta accadendo con le penalizzazioni. La conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, di una stagione bocciata da classifiche fasulle. 

Quattro giornate dal termine della “regular season” ed accorgersi che è stata tutta una burla. E’ come voler dire: scusate abbiamo scherzato per tutto il campionato. Torto o ragione che abbiano quelle Società.

Nel merito, gli accusatori federali e le  difese di parte avranno, in sede di ricorso, di che sbizzarristi. Che pena ! Sarà l’ennesima estate calda. 

E’ comunque avvilente come tutto l’apparato stia perdendo credibilità. Lo certifica la evidente pochezza di norme e regolamenti che, nei contenuti, si concedono a interpretazioni dai mille usi e sfaccettature. 

Le istituzioni federali, tutte, ne escono con le ossa rotte. Pagano dazio gli Organi di controllo, di indagine e di giudizio ai quali è stata necessaria l’intera stagione sportiva per dedurre se è insolvenza, o meno, il mancato pagamento, alle scadenze pattuite, dell’ incentivo all’ esodo. Come il mancato pagamento della contribuzione o di quant’altro, di carattere economico resta in capo alla gestione societaria.

E’ palpabile la negligenza che si respira tra le pieghe di quanto, in materia, recitano i regolamenti. Esiste un metodo, di costituzione non remota, usato per aggirare, alle scadenze concordate, gli adempimenti economici nei confronti dei propri tesserati. Norme divenute di facile quanto semplice applicazione, ma che evidenziano una lettura sempre controversa, da controllore a controllato, con esiti perennemente contraddittori che sono sotto gli occhi di tutti. In realtà rappresentano la certificazione dell’ affanno economico di quelle Società che le attuano. 

Vale per il mancato pagamento degli incentivi all’esodo, come per tutte le altre situazioni di carenza economica che hanno portato ai drastici provvedimenti adottati di recente. Di certo con colpevole ritardo.

Tavecchio, che recentemente ha avocato a se stesso la delega alle riforme, ha l’ obbligo di intervenire celermente per riordinare le “tessere” di un mosaico che sta maldestramente perdendo tutti i connotati.

Macalli, preparandosi al dibattimento, aveva recentemente presentato una memoria contro la Federcalcio che aveva chiesto di costituirsi. Un atto assurdo, scongiurato dalla decisione di inammissibilità assunta dal Collegio, che avrebbe visto un vice presidente federale opposto alla sua stessa Federazione.

Nel caso specifico la Figc aveva chiesto di intervenire, temendo di essere messa sotto accusa per non essersi attivata in relazione alla richiesta di convocazione dell’ assemblea di Lega Pro e quindi di non essere stata garante del rispetto dello Statuto della Lega Pro, come denunciato dai club.

Macalli temeva l’intervento della Figc nell’eventuale dibattimento in quanto sarebbe potuto emergere che Tavecchio si era inutilmente attivato sollecitandolo alla convocazione della assemblea, da lui mai eseguita. Di fatto lo stesso presidente federale, nel suo ruolo istituzionale, sarebbe diventato testimone a favore dei club che avevano inutilmente cercato, presso Macalli, la convocazione. 

Si sarebbe rischiato il ridicolo…

La decisione assunta dal Collegio di garanzia  potrebbe aprire, però, un nuovo capitolo. Oltremodo scabroso per le Istituzioni del calcio. I club sul piede di guerra, esperiti inutilmente tutti i tentativi per vedere riconosciuti i loro diritti, potrebbero rivolgersi alla Giustizia Ordinaria (ne avrebbero ora il diritto), chiedendo, al Presidente del Tribunale competente, di convocare lui, finalmente, la nuova assemblea. Spetterebbe poi allo stesso magistrato anche la decisione di nominarne il presidente. Un soggetto che sarebbe al di fuori dell’ ordinamento sportivo.

Sarebbe, questa, l’ ennesima “picconata” a quel sistema che si sta sgretolando. Il colpo più duro, dell’ ultimo periodo, inferto a quell’ autonomia da sempre riconosciuta al “Palazzo” dalle leggi dello sport.

Non è un’ipotesi remota e da trascurare. Chissà ! 

Da sempre. Non è poi detto che tutti i mali vengano comunque solo per nuocere. 

Vittorio Galigani