L'editoriale di Nicolò Schira del 22 novembre

22.11.2014 16:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttolegapro.com
Nicolò Schira
Nicolò Schira

La Lega Pro vuole confermarsi all'avanguardia e per questo ha dato una rinfrescata ai propri quadri dirigenziali. E' di ieri l'ufficialità della nomina di Renato Cipollini quale nuovo direttore generale della Lega Pro. Un'avventura che dovrà portare una visione più manageriale e presidenziale nella gestione del prodotto riguardante la terza serie, ancora troppo scarso a livello di appeal mediatico fra televisioni e social network rispetto alle categorie di pari livello inglesi e spagnole. A Firenze nelle scorse settimane Mario Macalli e Archimede Pitrolo hanno escogitato un'altra innovazione per far crescere il movimento e giungere alla reale valorizzazione dei giovani, non solo "merce" per accaparrarsi quattrini e contributi bensì reale risorsa per soddisfare il proprio fabbisogno, permettendo alle società meno abbienti di poter giungere all'autofinanziamento tramite le loro valorizzazioni e future cessioni. A chi affidare il ruolo di tutor della linea verde ? I vertici della terza serie hanno scelto di insignire di tale responsabilità l'ex diesse del Monza Gianluca Andrissi. Chi meglio di colui che per diciotto anni ha rappresentato uno dei perni del settore giovanile dell'Inter e che vanta esperienze nei professionisti sia da tecnico che da dirigente per svolgere il ruolo di consulente tecnico per i sessanta club di Lega Pro. Un ruolo finalizzato allo sviluppo dei settori giovanili della squadre della terza serie. Andrissi in questi giorni ha già fatto visita a ben dieci squadre per monitorare il lavoro dei vivai di tali compagni. Un'opera itinerante che Andrissi svolge in assoluta sinergia col ct Valerio Bertotto, che rimane il responsabile di tutte le Nazionali giovanili made in Lega Pro. Il tutto per rendere sempre più all'avanguardia la Lega Pro, sviluppando e creando davvero in casa i campioncini di domani. Una risorsa che potrebbe spazzare via sponsor, valorizzazioni e altri meccanismi ad oggi imperanti in sede di mercato quando si parla di giovani calciatori...

Il Mantova ha iniziato ad impostare le grandi manovre di mercato in vista della riapertura delle contrattazioni prevista per il prossimo 5 gennaio. L'obiettivo principale della dirigenza virgiliana è rappresentato da un cannonniere da doppia cifra. Il sogno del diesse Alfio Pelliccioni si chiama Francesco Virdis, in uscita dal Monza e concupito pure dal Pavia. Nella società lombarda sta operando a supporto dello staff tecnico per quanto riguarda le strategie mercantili anche l'ex dirigente del Treviso Daniele Deoma. Un ingresso che sarebbe stato avallato in prima persona dal presidente Nicola Di Matteo al fine di rendere maggiormente solida e strutturata la società di Via Tè. In uscita ci sono tre elementi, desiderosi di ottenere più spazio rispetto a quello ottenuto sinora in biancorosso. In dirittura d'arrivo l'intesa con il Monopoli (Serie D) per il giovane centrocampista, classe '95, Luca Manarin; mentre bisognerà attendere gennaio per conoscere la destinazione del portiere Alberto Paleari. Il classe '92, dopo la scorsa positiva stagione alla Virtus Vecomp, non sta trovando spazio con mister Juric e sarebbe pronto a chiedere la cessione per giocare con maggior continuità. Possibili i ritorni di fiamma di Giana e Spal, che avevano già trattato il calciatore in estate prima che scegliesse di optare per la proposta biennale dei mantovani. Asta all'orizzonte infine per il gioiellino, classe '96, Roberto Zammarini. Il centrocampista ha già disputato sei presenze in prima squadra, attirando l'attenzione di diversi operatori di mercato sia in B che in Lega Pro. In prima fila al momento ci sarebbe il Benevento del diesse Salvatore Di Somma, pronto a pescare un tassello di prospettiva per rimpinguare il proprio organico falcidiato dagli infortuni.

Mai smettere di sognare. Dall'Ostia Mare alla Serie A: la carriera di Giampietro Perrulli sembrava possedere i connotati di una favola ad inizio degli anni Duemila. L'esterno d'attacco classe '85, dopo aver mosso i primi passi nella formazione romana in Serie D, si era arrampicato nei professionisti con Viterbese e Sambenedettese. Due club della galassia Gaucci che gli avevano fornito il pass per la massima serie. Nel 2006 lo acquista, infatti, l'Ascoli di Marco Giampaolo. Sei mesi di apprendistato e nel campionato successivo un'annata da titolare, condita da ventisette presenze in A e dalla rete siglata al Messina che valse al Picchio un prezioso 1-1 oltre al sigillo di Catania. Da Signor Nessuno della polisportiva Centro Giano a talento emergente del calcio italiano, il passo era stato breve. Nessuno avrebbe potuto immaginare allora che quella sarebbe stata la sua unica ed ultima annata in Serie A. L'Ascoli a fine campionato retrocede in cadetteria e Perrulli inizia il suo giro d'Italia, caratterizzato da numerose maglie vestite e gravi infortuni. Una promessa spezzata e la ripartenza due anni fa addirittura dall'Interregionale. A offrire all'estroso attaccante l'ultima chance di una carriera che volgeva già al crepuscolo ci pensò il Palestrina. Fu amore a prima vista: dodici gol in ventiquattro gare. Un rendimento da bomber di razza e la chiamata della Lupa Roma. Con i capitolini centra una clamorosa promozione nella Lega Pro, dove per media-voto dei tre principali quotidiani sportivi nazionali rappresenta oggi il calciatore dal maggior rendimento della terza serie. Dribbling e giocate funamboliche per far volare la terza squadra della Capitale a ridosso della zona Playoff. Le sirene di mercato sono tornate a rieccheggiare sempre più insistenti: Casertana, Cremonese e Benevento lo seguono con attenzione. Il sogno di Perrulli si chiama, però, Serie B. Il Lanciano lo sta facendo monitorare e potrebbe nelle prossime settimane farsi avanti. Una carriera da montagne-russe che potrebbe così vivere un'altra affascinante impennata...

Nicolò Schira