L'editoriale di Nicolò Schira del 20 dicembre

20.12.2014 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttolegapro.com
Nicolò Schira
Nicolò Schira

"Qui bisogna essere chiari. A chi ha 23, 24 anni e gioca ancora in Lega Pro, va detto, nel suo interesse, che deve cercarsi un lavoro, magari continuando a giocare per divertimento fra i dilettanti, ma senza sperare di risolversi la vita con il calcio. Un discorso duro, ma va fatto, perché il calcio è bello, ma non deve creare i disadattati di domani. Largo ai giovani per sviluppare i talenti del futuro. Per gli altri ci sono i campionati delle categorie inferiori e il mondo del lavoro. Il dato di fatto è che noi, come Lega Pro, riteniamo di dover fare un campionato di giovani. Noi dobbiamo essere vivaio della Nazionale; il loro impiego inoltre permette di riaprire il mercato e quindi di far avere risorse per le società. Infine abbassiamo anche i costi di gestione delle stesse. La politica di questi anni ha portato a questo tipo di sviluppo. Mi accorgo di una crescita continua del nostro movimento. La strada che abbiamo intrapreso è quella giusta". E' passato un anno e mezzo da quando Francesco Ghirelli rilasciò proprio alla nostra testata queste dichiarazioni, destinate a provocare un vero e proprio terremoto nel mondo dei calciatori. Tante le polemiche che caratterizzarono l'introduzione della regola dell'età-media nell'estate 2013, alla quale fu sovrapposto quale manifesto della gestione della terza serie l'affermazione rilasciata dall'allora direttore generale della Lega Pro. In questi giorni abbiamo letto parole decisamente antitetiche e contrastanti da parte dell'ex dirigente. Ah, la coerenza, questa sconosciuta verrebbe da dire: da Firenze molti esponenti calcistici hanno ritenuto grottesco il cambiamento manicheo ghirelliano. Da fautore e principale sponsor della valorizzazione dei giovani e conseguentemente delle regole contribustiche nei confronti dei club che schieravano i cosiddetti under a censore della società che campano mediante gli introiti provenienti dalla Lega. Una dicotomia degna dell'Aminta di Torquato Tasso. Un dietrofront degno di un politico a caccia di ministeri da occupare. Non c'è da soprendersi: per restare ai vertici bisogna essere concavi e convessi. Il fine giustifica i mezzi, Macchiavelli docet. A seconda delle occasioni e delle circostanze bisogna seguire la scia giusta per rimanere in auge. D'altronde non si è stati presidenti della Giunta regionale dell'Umbria, Dg del Perugia Calcio ai tempi di Gaucci, Amministratore delegato del Bari di Matarrese (acerrimo rivale di Gaucci), Segretario della Figc, organizzatore dei campionati pallavolistici italiani maschili e Direttore Generale della Lega Pro senza saper mutare schieramento al momento opportuno. Bisogna sapersi destreggiare in ogni occasione, recitava il Boccaccio. Ebbene Ghirelli deve aver preso alla lettera lo scrittore di Certaldo e, una volta defenestrato dal duo Macalli-Pitrolo, ha pensato bene di rientrare, seppur dalla finestra, all'interno della stanza dei bottoni fiorentina. Un golpe ordito con chi stava all'opposizione, ovvero Gabriele Gravina. Nel 2012 nemico ed avversario di Macalli nella corsa al soglio della Lega Pro e bocciato nettamente nelle interviste pubbliche proprio da Ghirelli, che allora così si esprimeva in merito alla mancanza attuale di una capacità commericiale della terza serie, altresì attuale handicap macalliano: "Le faccio un esempio: Marinella, lo sponsor napoletano, si è legato alla nostra Nazionale entrando per la prima volta nel campo delle sponsorizzazioni, perché ritiene che la Lega Pro sia un brand con una sua collocazione. Noi abbiamo lavorato affinché questo brand si posizionasse attraverso un'azione oculata. Oggi siamo percepiti come una Lega del territorio, delle città, della storia d'Italia, dei comuni, dei giovani e dei valori. Siamo i primi al mondo nella lotta alle scommesse; lavoriamo nella solidarietà, nelle adozioni, nel riportare i bambini e le bambine allo stadio insieme al CSI e agli oratori... E' stato un lavoro lungo, durato oltre un anno. E dopo la riforma del campionato, che ci consentirà di avere un numero determinato di squadre e non più variabile, avremo un maggiore appeal dal punto di vista commerciale e delle sponsorizzazioni. Io penso che porterà sviluppi positivi: l'attenzione dei media è cresciuta molto, così come l'esposizione televisiva". Ogni tanto è meglio volgere lo sguardo al passato, onde evitare di commettere nuovi o medesimi errori. Sarebbe necessario un passo avanti sul piano della comunicazione. Da parte di entrambe le fazioni, visto che i "regnanti" hanno partorito la brillante idea di chiudere ai media l'assemblea di lunedì scorso a Firenze. Credendo in tal modo di offuscare lo stato di crisi e le divisioni interne. Pur esclusi, noi così come radio, televisioni e giornali, siamo riusciti a raccontare tutto quanto stava accadendo all'interno della sede della Lega Pro con dovizia di particolari e in tempo reale. Un autogol in piena regola. Se ribaltone e rivoluzione totale dev'essere, che avvenga pure. Ma sul serio. Spazio a volti nuovi e con progetti ed idee realmente innovative. Inutile riproporre chi ha già dato ed operato all'interno del sistema. Sarebbe utile un leader del movimento della terza serie scevro dalle ultime gestioni del mondo del pallone. E possibilmente under 45. Al tempo stesso appaiono necessarie regole rigide, come accade in Francia, nei confronti di quei club inadempienti e che non mantengono gli impegni sottoscritti con i propri tesserati. Altresì servono stop e squalifiche da record per quei dirigenti colti in dolo. Altro che il premio di trovare ogni anno una gallina dalle uova d'oro da spennare. Servirebbe piazza pulita. Chiediamo troppo? Natale si avvicina, magari troveremo una sorpresa sotto l'albero...

Settimana densa di novità in casa Savona. Nella mattinata di giovedì il club ligure ha esonerato il tecnico Arturo Di Napoli, reo di non aver mantenuto fede ad alcuni accordi intrapresi ad inizio anno. Un esonero sorprendente, considerate le tempististiche, in quanto arrivato nella settimana caratterizzata dalla vittoria in rimonta degli Striscioni contro il Forlì. Sul piano del gioco la squadra ligure, però, era apparsa in difficoltà nelle ultime settimane. Inoltre una rosa extralarge, attualmente ci sono quaranta giocatori sotto contratto e parecchi dei quali decisamente scontenti, non aveva favorito la gestione del gruppo da parte dell'ex Riccione. Il Cavalier Dellepiane ha così proceduto con l'esonero e la chiamata di mister Antonio Aloisi, nelle ultime stagioni protagonista con risultati deficitari alla guida dell'Avellino Primavera. Una scelta caldeggiata dal diesse Barghigiani con la regia di un consigliere illustre (Ermanno Pieroni?). Nessuna cessione della società siglata in settimana ad un fantomatico gruppo milanese come fatto sapere dal patron Dellepiane. Nessuna cordata milanese all'orizzonte, ma il semplice ingresso in qualità di consulente dell'avvocato Cennicola, in estate a un passo dall'acquisizione del Grosseto. Una sorta di manager chiamato a valorizzare le risorse per rendere più appetibile la società savonese sul mercato nei confronti di un eventuale compratore. Proprio Cennicola dovrà anche occuparsi delle manovre invernali di mercato, affiancando Barghigiani nelle trattative. Per Di Napoli la beffa di un addio, nonostante un classifica dignitosa e in linea con le aspettative, anche se il rapporto con la piazza non era mai completamente decollato a causa dell'ombra del predecessore Ninni Corda e le varie polemiche a distanza fra i due negli ultimi mesi.

Giorni roventi anche in quel di Torre Annunziata, dove la situazione sembra poter precipitare. Le promesse delle scorse settimane da parte dell'avvocato Francesco Maglione non si sono materializzate. Idem per l'ingresso di nuovi soci. Inizialmente la svolta era prevista per il 3 dicembre, dopodichè la conferenza della verità è slittata a due giorni fa per palesare il più classico dei nulla di fatto. Ora l'ultimatum è stato posto per il 20 gennaio, in pieno calciomercato. Non esattamente l'ideale per un ribaltone societario o per l'ingresso di nuovi dirigenti. Cresciuto alla scuola di Lucianone Moggi, il dirigente campano ha appreso l'arte della dissimulazione nelle trattative dall'ex direttore generale della Juventus. A differenza dell'illustre maestro, però, al momento stanno mancando i risultati a suggellarne l'operato. I calciatori martedì scorso, dinanzi alle difficoltà ad ottemperare al pagamento degli stipendi di ottobre, si sono ammutinanti, minacciando prese di posizione ancor più forti e nette. L'idea di spalmare gli ingaggi non ha fatto breccia nei calciatori, evitando così lo spettro di una penalizzazione. Con un escamotage contabile il datore di lavoro può procedere ad un acconto della quota da versare all'Irpef sull'aliquota fiscale prevista dal legislatore. In questo modo è stato scongiurato il meno uno. Un'operazione perfetta dal punto di vista tecnico, tuttavia bisognerà capire se nei mesi prossimi i calciatori riusciranno a percepire concretamente le loro spettanze. Fondamentale in tal senso l'ingresso di un nuovo azionista. L'ingresso di Cerruti (presidente dell'Agropoli) e di un socio romano non è avvenuto e al momento all'orizzonte non si intravedono ancora squarci di sole far breccia in un orizzonte nebuloso. Il rischio per la piazza torrese, vista la classifica, è di sprofondare nuovamente in Serie D a fine campionato. Molti giocatori vorrebbero andarsene già a gennaio e appaiono pronti ad accasarsi altrove il mediano Calzi, l'esterno Sabatino, il fantasista Di Piazza, il centravanti Cipriani e l'attaccante Del Sorbo. Se gli scenari non dovressero mutare, a dire addio potrebbe essere in primis il medesimo Maglione. Da capire il ruolo del diesse Antonio Obbedio e ribattezzato, ironicamente, dai tifosi del Savoia "Obbedisco": da settimane non rilascia dichiarazioni e a livello operativo appare facocitato dal factotum Maglione. Il rischio per gli oplontini è che le polemiche degli ultmi giorni siano rubricabili alla voce del più classico "tanto rumore per nulla" e che alcuna situazione sia destinata a cambiare in meglio entro il 20 gennaio...

Nicolò Schira