Due giorni alla nuova stagione: la Serie C a che punto è ?

Ivan Cardia nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga, laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio su TuttoMercatoWeb.com
28.06.2018 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Ivan Cardia
Ivan Cardia

Si delinea il puzzle del calcio italiano stagione 2018/2019, più o meno. La parola chiave della scorsa settimana era confusione, questa volta potrebbe essere approssimazione. Seguita da un’auto-denuncia: siamo approssimativi, noi che scriviamo di calcio e di mercato. Non per colpa nostra, ma lo siamo. Tizio interessa alla Squadra X, ma chissà dove giocherà questa e quindi Tizio alla fine potrebbe andare a Y, perché X va in B. O forse no. Tra due giorni scade il termine per l’iscrizione al prossimo campionato e su 59 squadre quelle che hanno presentato domanda si contano sulle dita di due mani.

Si delinea il puzzle, dicevamo.

Il Frosinone resta in Serie A e con ottime probabilità anche il Parma: a Calaiò andrà fatta una bella tirata d’orecchi, ma far retrocedere i ducali per un “cazzein” sarebbe il colmo dei colmi.

La Serie A non cambia, la Serie B e la Serie C sì. Ne ha già scritto qualche giorno fa Luca Bargellini: Cesena e Foggia rischiano grosso. La novità dell’ultima giornata è che anche il nuovo piano di rientro dei bianconeri è stato bocciato, ragion per cui le speranze sono ridotte al lumicino. Discorso diverso per i pugliesi, che pagherebbero errori propri e altrui (pregressi). Perché qualcuno ha sbagliato, e va bene. Ma la Procura Federale, dopo una serie di fiaschi clamorosi (Juventus, Money Gate, Parma) ha bisogno di una vittoria e per i rossoneri mette in campo l’artiglieria pesante.

Come funziona ? Vediamoci chiaro. Se salta il Cesena, si parla di non iscrizione al campionato, e quindi chi sale lo fa per ripescaggio. Pole position della Ternana, che infatti lavora in silenzio, riceve tante proposte ma intanto cede qualche giovane, aspetta di capire cosa succederà ed è abbastanza fiduciosa. Se salta il Foggia, è retrocessione d’ufficio, e chi sale lo fa per riammissione. Qui c’è in prima fila la Virtus Entella, che pure sta lì sorniona sulla riva del fiume. Delle due, più chiara la situazione del Cesena. Meno quella del Foggia, che peraltro nel frattempo ha bloccato Oddo, uno che l’anno scorso ha fatto la Serie A e avrà chiesto determinate garanzie. Cosa succederà ? Niente palla di vetro. Rimarchiamo che siamo a due giorni dall’inizio della stagione, non si sa chi giocherà in Serie B e in Serie C, e in buona sostanza se guardando i Mondiali vi dispiacete che l’Italia non c’è, beh, quella è solo la punta dell’iceberg.

Vi è sembrata una fotocopia dell’editoriale della scorsa settimana. Può darsi, ma la verità è che non ci siamo mossi dai fatti della scorsa settimana. In nessun senso, neanche sulle seconde squadre. Anche lì, si parla di retromarcia, ma per ora la FIGC non dà segnali di volerne sapere. Siamo al muro contro muro, siamo allo stallo e anche al triello che fa tanto Quentin Tarantino. Se vi è sembrato una fotocopia è perché, non sapendo dove andare, abbiamo pensato bene di fermarci. Per la cronaca, a quella che rischia di diventare un’occasione persa. Nulla contro chi legittimamente spera di risalire in Serie B: ci sono delle regole, è giusto rispettarle.

Però, qualora ve ne fosse stato davvero bisogno, abbiamo la certificazione che 22 squadre in Serie B sono tante. Che 60 in Serie C sono troppe. Abbiamo una FIGC commissariata e che può prendere decisioni straordinarie: diamoci un taglio. Nessuno avrà mai il coraggio di dirlo chiaramente, perché vallo a spiegare a chi ne sarebbe danneggiato, ma 92 società professionistiche sono ingestibili, con i pochi soldi che abbiamo a disposizione. Saltano due squadre in Serie B ? Diventino 20. Saltano 8 squadre in Serie C ? Diventino 52. E già che ci siamo togliamone due anche alla Serie A. Non è una rivoluzione maturata, pensata, ragionata. Ma le rivoluzioni sono figlie dei tempi, e almeno quando saluteremo Fabbricini e Costacurta potremmo dire che hanno fatto qualcosa. E se qualcuno si dispiacerà, a ragione perché qui non si vuole andare contro chi ha certi diritti nel sistema attuale, sia chiaro che qui non si vogliono attaccare i suoi diritti. Ma è il sistema che non funziona più. 

Ivan Cardia