Dalla FIGC l'attesa svolta: pugno duro e niente più compromessi (di Dario Lo Cascio)

Siciliano, ex studente a tempo perso, lettore per necessità, scrittore per passione, da dieci anni giornalista per divertimento
31.01.2019 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Dario Lo Cascio
Dario Lo Cascio

Come ha detto anche Gabriele Gravina, il Consiglio Federale di ieri della FIGC è stato ricco di decisioni epocali. A partire dalla modifica degli art.49 e 50 delle NOIF con il quale dalla stagione 2019-2020 e con la norma transitoria che fissa a 20 il numero di squadre che dovranno partecipare al prossimo torneo di Serie B. Il che comporterà cinque promozioni dalla Serie C. 

"Il mandato che le società di Lega Pro avevano affidato nell’assemblea dello scorso 17 dicembre al Presidente Ghirelli, al fine di vedersi parzialmente risarciti del grave danno patito lo scorso agosto, è stato portato a termine con successo", si legge nella nota della terza serie. Un traguardo importante per la stabilizzazione del calcio italiano, che ha visto il 2018 come annus horribilis. E le cui conseguenze vengono tutt'ora pagate. 

Perché non solo il campionato è iniziato in ritardo e alcuni club hanno visto "scipparsi" il ripescaggio in Serie B perché la categoria cadetta ha di fatto imposto un innaturale format a 19 squadre sul quale non discuteremo oltre. Ma perché, anche a torneo in corso, sono esplosi i problemi. Questa estate infatti è stato consentito a diverse società che avevano presentato la famosa fideiussione Finworld, ritenuta irregolare, di iscriversi ugualmente al campionato. Di partecipare e di completare sostanzialmente un girone. Prima che esplodesse la bomba. 

Guarda caso dopo l'elezione di Gravina a presidente della FIGC e quella, conseguente, di Ghirelli come numero uno della Lega Pro. Un sodalizio che ha operato una stretta decisiva e che ha fatto venire tutti i nodi al pettine. 

"Nel corso della riunione sono state altresì deliberate una serie di norme che permettono una fondamentale abbreviazione dei termini per assumere il provvedimento di esclusione dal Campionato di Serie C per quelle società che non hanno provveduto alla sostituzione delle fideiussioni Finworld e che non provvederanno entro il nuovo abbreviato termine al versamento della sanzione di € 350.000 che gli organi di giustizia commineranno. Nel contempo è stata altresì data delega al Presidente Gravina per l’avvio al procedimento di revoca dell’affiliazione ex art. 16 comma 4 per le società Matera e Pro Piacenza". 

La misura è davvero colpa per questa Serie C, che non può più permettersi situazioni paradossali, che Ciro Polito, direttore sportivo della Juve Stabia, intervenuto ieri a RMC Sport, ha acutamente definito "da oratorio". Noi le definiamo assolutamente incresciose per un campionato professionistico, la terza serie del calcio italiano, fucina di giovani talenti, che unisce centinaia di migliaia di tifosi, piazze storiche del nostro panorama sportivo. 

La misura è infatti colma. Non si può più permettere ad una società di fare metà stagione e poi tirare i remi in barca. Ne viene meno la dignità di chi ci ha messo la faccia, staff tecnico, dirigenti, giocatori, lavoratori. Dei tifosi, presi in giro. Della Lega, della Federazione e dello sport in generale. Un caos che ha messo in secondo piano, i risultati, in parte persino il calciomercato, che si chiude oggi. 

Questo pugno duro e le scadenze categoriche fissate per il prossimo torneo riguardanti garanzie e documentazione ridanno un po' di fiducia a questo disastrato calcio italiano. Ma come stavolta il pugno di ferro si è reso necessario per tornare quanto prima sui binari della regolarità. 

Dario Lo Cascio