Categorie ancora ignote, ritardi, programmi e budget influenzati dall'incertezza (di Valeria Debbia)

Valeria Debbia, emilianobrianzola di nascita, munsciasca d'adozione, roman(ist)a nell'anima, nata nell'anno del secondo scudetto della Roma, laurea in comunicazione, passione per il giornalismo
26.07.2018 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Valeria Debbia
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Se durante la stagione oltre a raccontarvi le storie del campo, tra calcio giocato, gesti di fair play, vittorie, sconfitte e grandi emozioni, siamo costretti anche a trattare diffusamente di stipendi (e contributi) pagati in ritardo o addirittura mai corrisposti, penalizzazioni a pioggia e squadre che potrebbero conquistare ambiziosi traguardi perduti a causa della malagestione nella stanza dei bottoni, è inevitabile che ogni estate si caratterizzi per fallimenti (quando questi non avvengono già in corso d'opera), mancate iscrizioni, ricorsi e controricorsi di ogni tipo, riammissioni, ripescaggi, che non solo rendono la temperatura ancora più bollente di quella che già dobbiamo sopportare a livello meteorologico, ma che procrastinano in maniera oltremodo eccessiva le certezze sulle effettive partecipanti alla stagione successiva.

Sono anni che fiumi di inchiostro vengono spesi contro questo rituale ripetuto, anni che grida d'allarme provengono dai presidenti delle Leghe, in primis la Lega Pro. Anni in cui ci si interroga - con quelli che oramai sembrano essere sforzi inani - su quali siano gli strumenti più adeguati per fare in modo che i nuovi imprenditori che si affacciano sulla scena calcistica abbiano tutti i requisiti per gestire la propria società nel modo più corretto. Ma visto l'andazzo oramai sembrano più speculazioni che effettiva capacità (o forse volontà?) di cambiare le cose.

Anche questo mese di luglio ci ha messo di fronte a questo scenario e al fatto che all'alba del 26 luglio ancora non conosciamo l'organico ufficiale della stagione 2018/19 né in Serie B né in Serie C. Con tutte le conseguenze del caso. Già: le conseguenze. Far partire una stagione con ritardo, tra inevitabili annunci slittati di allenatori e mercato che non si sblocca per la mancata consapevolezza della categoria di appartenenza, può rendere la stessa ad handicap?

Gli esempi degli anni passati sono contraddittori in tal senso. Abbiamo preso in esame le stagioni a partire dalla 2014/15, cioè quella dell'esordio della Lega Pro unica. Allora furono tantissime le squadre ad aver vissuto situazioni al limite per gran parte dell'estate, anche se poi cinque erano state le vere protagoniste: da ricordare la battaglia del Novara per riportare la Serie B a 22 squadre, che andrà in porto ma non sarà la società piemontese a beneficiarne, bensì il Vicenza che solo il 29 agosto avrà l'ufficialità del ripescaggio in cadetteria (quando gironi e calendari erano già stati compilati). Il 1° agosto invece erano state Aversa Normanna, Martina Franca e Torres ad essere ripescate in Lega Pro unica. L'ultima ripescata - l'Arezzo - aveva conosciuto la categoria di appartenenza solo il 4 settembre. E come era andata ? A fine stagione il Novara si era riappropriato della B sul campo vincendo il Girone A a discapito del Bassano (arrivato a pari punti, ma con la peggior differenza reti), l'Aversa Normanna era tornata in D dopo aver perso i playout contro l'Ischia, il Martina Franca si era salvato mentre la Torres era stata retrocessa dalla giustizia sportiva. Infine l'Arezzo aveva chiuso al nono posto.

E' il calcioscommesse a farla da padrone, invece, nella stagione 2015/16: solo il 20 agosto Catania e Teramo venivano condannate alla C (in B Virtus Entella e Ascoli), mentre Pro Patria e Messina prendevano il posto delle retrocesse dalla giustizia sportiva Torres e Vigor Lamezia. Il 15 settembre il rilascio delle Licenze Nazionali. Mentre ancora prima era stata la Paganese ad avere l'ufficialità dell'iscrizione solo il 31 luglio, dopo ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport avverso il mancato accoglimento del primo ricorso che aveva visto la società azzurrostellata esclusa. Il 4 agosto erano stati ripescati ufficialmente AlbinoLeffe e Pordenone. Anche in questo caso non tutte le ciambelle sono venute col buco, su un totale di sette squadre cinque riuscivano - chi più chi meno - ad ottenere i propri obiettivi, mentre per due arrivava un grave insuccesso: il Catania si salvava in extremis, pur dovendo scontare una penalizzazione di 10 punti, di cui 9 per l'inchiesta Dirty Soccer e 1 per irregolarità amministrative. Il Teramo chiudeva ottavo, con un -3 sempre per il calcioscommesse. Stagione disastrata per la Pro Patria che veniva retrocessa direttamente in D con il misero score di 10 punti, di cui 3 sottratti dalla giustizia sportiva per irregolarità amministrative. Ottavo posto per il Messina e nono per la Paganese. AlbinoLeffe retrocesso dopo i playout e Pordenone qualificatosi secondo e giunto fino alla semifinale playoff. 

La stagione 2016/17 era stata caratterizzata da ben dodici storie diverse, di cui sei a lieto fine e sei no. Caso clamoroso quello della Paganese, che solo al 31 agosto aveva accesso ufficiale alla categoria dopo vari tira e molla, quattro giorni dopo l'avvio del campionato. Al 4 agosto invece si erano avute la riammissione del Fano e il ripescaggio di Melfi, Fondi, Lupa Roma, Olbia, Racing Club Roma, Forlì, Taranto, Reggina e Vibonese. Con Cavese e AlbinoLeffe spettatrici interessate e pronte a dar battaglia in tribunale, fino al respingimento del ricorso della prima e al ripescaggio della seconda avvenuto il 10 agosto. E sul campo ? AlbinoLeffe nono e capace di eliminare il Padova alla prima fase playoff per poi venire a sua volta eliminato dalla Lucchese; Paganese ottava ed eliminata ai playoff dal Cosenza nella prima fase; Fondi decimo ed eliminato ai playoff dalla Virtus Francavilla alla prima fase; Olbia salva all'ultima giornata; Reggina salva con una giornata di anticipo; Racing Club Roma e Taranto retrocessi direttamente in D così come Forlì, Melfi, Lupa Roma e Vibonese anche se solo dopo i playout. Salvo il Fano (a discapito dei già citati falchetti romagnoli). 

Chiudiamo con la scorsa stagione, in cui sono presenti due esempi virtuosi e uno non particolarmente brillante. Solo il 4 agosto la Triestina ha avuto l'ufficialità del ripescaggio, mentre il Rende l'11 agosto dopo il ricorso al Collegio di Garanzia. Non parliamo poi della Vibonese, che il 24 agosto, praticamente a due giorni dall'avvio del campionato di Serie C, viene riammessa in Serie C per poi vedersi esclusa il 15 settembre (a campionati, anche di D, ampiamente iniziati). Risultato? La Triestina, dopo una stagione di alti e bassi, in cui a più riprese si è parlato di fallimento in caso di decimo posto (ultimo per accedere ai playoff), chiude addirittura undicesima senza quindi partecipare agli spareggi promozione. Il Rende, da brava matricola terribile, si piazza ottava, ma viene eliminata al primo turno playoff del girone. Infine la Vibonese si riprende sul campo ciò che le aule di tribunale le avevano inizialmente tolto: la Serie C. 

Casi diversi ma con l'unico comun denominatore di una instabilità che ogni anno si ripercuote su programmi, budget e obiettivi. E il nostro sogno resta sempre lo stesso: un'estate trascorsa lontani dalle aule di tribunale.

Valeria Debbia