Altra scadenza in arrivo, ma i club malati sono sempre gli stessi: alla Serie C servono regole e certezze (Editoriale di Luca Bargellini)

Luca Bargellini, nato a Firenze nell'anno del Mundial spagnolo, giornalista di TuttoMercatoWeb.com, direttore di TuttoC.com
16.07.2018 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Luca Bargellini
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Meno di 12 ore e la Lega Pro affronterà l’ennesimo step dedicato alle scadenze. Entro la serata di oggi tutte le squadre ancora in bilico per l’iscrizione alla prossima Serie C dovranno mettersi in regola, per non rischiare di finire definitivamente estromesse. La vera particolarità di tutta questa situazione è che dallo scorso 30 giugno, prima deadline per partecipare alla Serie C 2018/2019, questo sarà il quarto “posto di blocco” fissato dalla Lega Pro sulla strada verso il nuovo campionato. Una sorta di corsa campestre durante la quale gli stessi organizzatori spostano sempre più avanti il traguardo per permettere ai competitor peggiori di raggiungere chi li precede.

Una metodologia, quella della Lega Pro, per certi versi encomiabile perché prova a garantire al massimo ogni partecipante di arrivare all’obiettivo minimo, ma che ha come controindicazione il creare un devastante clima d’incertezza. Mentre i “buoni” fanno di tutto per essere già in regola al primo suono della campanella, tutti gli altri, i “cattivi”, con questo sistema sanno già in partenza di poter arrivare al livello degli altri sfruttando tutta una serie di prove di appello disseminate lungo il cammino.

In sintesi quello attuale è un sistema che premia i peggiori. Un po’ come quando, a metà della scorsa stagione, ci siamo trovati a raccontare di come la concessione dell’esercizio controllato a società dalla gestione fallimentare come Arezzo e Vicenza andava a danneggiare tutti quei club che, nonostante le enormi difficoltà di un sistema malato, continuavano ad onorare mensilmente i propri impegni, oggi ci troviamo davanti una situazione molto simile. Perché le società inadempienti e inaffidabili lo erano il 30 giugno scorso e lo sono anche adesso. Allora perché procrastinare l’agonia di una società, ma soprattutto di una tifoseria, per un tempo così lungo ? Perché permettere magari una iscrizione in extremis per poi rischiare un nuovo “caso Modena” a novembre prossimo ?

Al netto delle società finite nel mezzo al caso Finword a propria insaputa, con l'istituto finito al centro dell'attenzione del Consiglio di Stato, i club realmente malati erano e sono tutt'ora sempre gli stessi. Sarebbe bastato dunque un no secco e perentorio alla prima deadline per chiudere la querelle. Con al massimo un appello nei giorni successivi. Niente tira e molla privi di senso ed utilità se non quella di allontanare ancora di più la gente dalla Serie C.

Servono certezze. Regole precise e la precisa volontà di volerle far rispettare. Da tutti. Senza eccezioni.

Luca Bargellini