Rassegna stampa - LA STAMPA: "Il Novara lascia la serie B tra la rabbia dei tifosi e tanti interrogativi sul futuro"

Il giorno dopo la retrocessione è quello dei dubbi del presidente De Salvo: la seconda caduta in C è una mazzata per i conti e le ambizioni del club
21.05.2018 15:30 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Rassegna stampa - LA STAMPA: "Il Novara lascia la serie B tra la rabbia dei tifosi e tanti interrogativi sul futuro"
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Il giorno dopo la retrocessione è stato per il presidente Massimo De Salvo quello dei dubbi: proseguire con il Novara o lasciare, già ma a chi ? La realtà è che in questi anni nessuno si è mai fatto avanti con un progetto concreto e credibile di acquisizione del club. Oggi l’unica alternativa alla conferma è quella di finire come il Varese, il Pavia e tutte le altre squadre che fino a qualche tempo fa si confrontavano con gli azzurri prima di disperdersi nella geografia del calcio.

Qualche decina di tifosi, subito dopo il fischio finale della gara con l’Entella, ha contestato il numero uno del Novara per una ventina di minuti dal settore rettilineo mentre lui stava seduto a riflettere al proprio posto in tribuna attorniato da consiglieri e collaboratori. De Salvo ha evitato di replicare e si è congedato con la promessa che si prenderà un minimo di tempo per riflettere e fare il punto.  

La seconda caduta in C dopo quella del 2014 è una mazzata per i conti e l’ambizione del club, che ha vissuto sei dei 12 anni di gestione in B e uno in A. L’impressione è che nell’ultimo sia mancata l’abilità di controllare il momento più duro interpretandone le avvisaglie. Il ds Domenico Teti, che in teoria ha un contratto fino al 2019, lascerà dopo aver perso forse la fiducia del vertice prima ancora che si arrivasse al traguardo del campionato. Al suo posto potrebbe toccare a Carlalberto Ludi, che sarebbe quindi promosso dopo l’esperienza da collaboratore tecnico della Primavera e nelle ultime settimane di fatto già inserito nei piani della prima squadra seguendo anche le partite dalla panchina.  

Spogliatoio fragile  

Questa sovrapposizione può aver inciso sulla serenità di uno spogliatoio già fragile di per sé, come hanno lasciato intendere le gare sfuggite di mano con black out improvvisi e non più recuperate. La seconda obiezione è legata agli investimenti: come un anno fa, il Novara ha fatto cassa a gennaio senza poi intervenire in maniera massiccia sul mercato, se non con i prestiti. Allora erano stati ceduti Faragò al Cagliari e Viola al Benevento, questa volta Da Cruz al Parma. Un anno fa gli acquisti temporanei di Lancini, Chiosa e Cinelli, più gli ingaggi gratuiti di Orlandi e Macheda avevano però rimediato alle partenze eccellenti, mentre in questi mesi solo Puscas ha tenuto il passo. Si è forse tirata troppo la corda, rinunciando al pezzo più pregiato con la convinzione che il gruppo di inizio anno sarebbe stato sufficiente per raggiungere l’obiettivo salvezza.  

Del resto la politica del Novara è ormai chiara: con le cessioni milionarie dei giovani di talento ci si può permettere di pagare l’ingaggio a qualche esperto della categoria raggiungibile risparmiando sul cartellino e che dovrebbe tirare il gruppo, ma anche lavorando su un vivaio che proprio in questi anni sta raccogliendo i risultati migliori. Resta da capire fino a che punto la politica del pareggio di bilancio, aspirazione che dovrebbe far onore a un’azienda, sia praticabile e venga quindi premiata in un settore dove in pochi ci fanno caso preferendo semmai lavorare solo sul risultato sportivo anche a costo di rischiare l’esplosione.  

Filippo Massara