Longo imbriglia il Novara: l'analisi del derby di IAMCALCIO

15.03.2017 19:30 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: novara.iamcalcio.it
Longo imbriglia il Novara: l'analisi del derby di IAMCALCIO

Per gli azzurri è arrivato un pareggio deludente nel derby casalingo con la Pro Vercelli. Delusione che arriva non solo dal non essere riusciti a vincere nemmeno uno dei due derby stagionali (cosa che di solito accade ai cugini di oltre Sesia), ma soprattutto per il copione della gara, davvero lontano da quello sognato dai sostenitori novaresi. Penso che in pochi avrebbero trovato qualcosa da contestare ad una squadra proveniente da 4 vittorie consecutive e da 8 risultati utili (contando il derby) se la gara avesse visto un Novara generoso ma sfortunato, con tante palle gol sfumate magari per un legno o per un intervento miracoloso del portiere avversario. Domenica però ci sono stati pochi sussulti, poche emozioni, praticamente nessun cambio di ritmo da parte un Novara che, di fronte agli spazi intasati imposti dall'avversario, non ha saputo opporre una strategia convincente. Nemmeno il rigore parato da Da Costa è riuscito a generare quel guizzo di follia, di prepotenza o di adrenalina in grado di sovvertire un copione che pareva congelato, inalterabile. Non butto via il punticino guadagnato, ma (come molti spettatori) ho percorso i gradoni delle tribune del "Piola" a fine gara un po' deluso, come al termine di una "missione incompiuta". 

Centralmente la Pro Vercelli ha difeso in maniera corale, compresi i tre centrocampisti trainati da un ottimo Vives. Sansone, che comunque non sta ancora benissimo e si vede, è stato completamente depotenziato dal traffico fra difesa e centrocampo, a tratti una vera selva di gambe. Quando ci si trova in questo tipo di situazioni di solito si va in fascia per allargare le difese. Ma da un lato c'era Kupisz che va benissimo quando deve sgroppare sulla linea laterale partendo negli ultimi 40 metri, mentre nel "fare il Dickmann" incontra qualche problema, non gli viene naturale (e la differenza si vede), si trova spesso a forzare una giocata. Dall'altro lato c'era Calderoni che, pur con tutta la buona volontà del mondo, era fermo in gare ufficiali da tante settimane e si è visto. Domenica l'avremmo vinta coi migliori Dickmann e Calderoni sulle fasce, ho pochi dubbi in proposito.

A Galabinov hanno concesso solo possesso spalle alla porta limitandolo il più possibile al tiro, spesso ribattuto o forzato, mentre la velocità di Macheda l'hanno neutralizzata con l'inserimento del colored Konaté che ha disputato un'ottima gara. Possiamo tranquillamente dire che Longo l'ha preparata bene. Inoltre gli azzurri hanno qualche giocatore ai box, qualcuno non al meglio e una carenza di qualità tra centrocampo e difesa che, nel momento in cui serve scardinare qualche impianto difensivo, servirebbe per trovare la giocata. Abbiamo altre caratteristiche che magari ci fanno vincere altre gare che una squadra "di piedi buoni" perderebbe. E visto quel che abbiamo raccolto negli ultimi tempi, va benissimo così: in serie B pagano quasi sempre corsa, abnegazione, spirito di sacrificio e compattezza.

Tornando al discorso della mancanza di qualità nel trasformare una situazione favorevole in una palla gol, penso che Orlandi possa (forse debba) giocare di più. A quel punto, non toccando un modulo che ci ha portato a fare un salto di qualità, terrei i nostri tre validissimi attaccanti principali a ruotare per due posti. Due dentro all'inizio, l'escluso dei tre dentro per una buona mezz'ora in ogni gara: in questo modo verrebbero impiegati tutti con continuità senza fiaccare fisico e morale di ognuno di loro.

Stefano Calabrese