Eugenio, cambia (o ti cambiano) !

19.12.2017 16:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: novara.iamcalcio.it
Eugenio Corini
Eugenio Corini

La battuta d'arresto di Pescara impone nuove riflessioni in casa azzurra. Non tanto per il risultato negativo in quanto perdere in trasferta contro una squadra con buoni valori non è uno scandalo, ma bensì per il modo in cui è maturato l'ottavo k.o. in campionato. L'atteggiamento molle e rinunciatario del primo tempo non è andato giù a nessuno e ci si aspettava ben altro piglio contro un avversario sì di valore, ma in difficili condizioni psicologiche visto il cattivo rendimento pescarese, la panchina del tecnico traballante e l'insoddisfazione profonda dei tifosi abruzzesi per la situazione. Invece di colpire là dove la fragilità dei biancoazzurri poteva aprirci la via, si è cercato di controllare la gara con un avvio timido e fin troppo guardingo, senza mai dare la sensazione di essere pronti a ribattere in verticale, come altre volte avevamo visto in trasferta.

Squadra poco reattiva, la società cosa dice ? 

La squadra pare essersi adagiata, poco ricettiva e poco reattiva, probabilmente poco stimolata da una classifica mediocre, da un ambiente sempre più desolante e da una guida tecnica che non pare avere la necessaria verve in questo momento. Sono dell'idea che Corini debba assolutamente cambiare qualcosa, deve fare delle scelte nette e coraggiose per cambiare l'inerzia di una stagione partita in maniera mediocre e che tende a peggiorare, anziché migliorare. Anche a Pescara nel secondo tempo abbiamo "ammirato" la mancanza di pericolosità degli azzurri una volta che il canovaccio tattico non ha consentito ai velocisti novaresi di involarsi nella metà del campo altrui. La reazione del Novara nella ripresa c'è stata, ma non è stata assolutamente accompagnata dalla pericolosità in zona goal. Come già scritto in precedenza, questa squadra è noiosa, sterile e scarsamente pericolosa per gli avversari. La situazione va peggiorando perché oltre alla mancanza di un gioco riconoscibile che già ci attanagliava (probabilmente anche per gli infortuni in ruoli chiave) nelle ultime settimane sta venendo meno quello spirito indomito che portava gli azzurri a battagliare con coraggio fino al 95'. Vedevamo in campo un Novara col limitatore, azzoppato, ma leonino nello spirito. La prima cosa da cui partire è proprio quella, uno spirito da combattenti non solo a parole, ma sul terreno di gioco. In tutto questo, non si conosce la posizione della società. E' soddisfatta, crede nel tecnico lombardo ? Se la risposta è sì, deve dare forza e stabilità alla posizione di un allenatore sempre più discusso, in modo da farlo lavorare con più presa, sia all'interno che all'esterno dello spogliatoio. S la risposta è no, prenda le opportune decisioni.

Cambio modulo subito, più coraggio e fantasia in avanti. 

Come già detto al tecnico, sono convinto che il Novara debba accantonare il 3-5-2, o perlomeno debba assolutamente farlo nelle gare al "Piola" dove alla nostra mancanza di pericolosità si abbina solitamente una squadra ospite guardinga e prudente; la somma delle due cose porta a partite di una noia mortale, con pochissimi sussulti, prevalentemente per i gol che gli ospiti mettono a segno sulle sporadiche occasioni concesse dal Novara. Gli stessi problemi il Novara li riscontra in trasferta, una volta passato in svantaggio, dimostrazione plastica avuta a Pescara. Nell'ultima conferenza stampa post gara del "Piola" ho chiesto al tecnico bresciano se considerava questa ipotesi, la sua risposta è che al momento gli equilibri di squadra sono questi e che probabilmente si potrà fare qualcosa di diverso dopo la sosta. Forse è il caso di accelerare i tempi, se si vuole avere più chances di arrivare a quel dopo visto l'ambiente ostile che si è creato con un successo nelle ultime 9 gare. Il 3-5-2 è stata una misura di emergenza per una squadra che doveva trovare un equilibrio in chiave difensiva, ma non può essere una soluzione perenne ed il campo l'ha sancito in maniera netta nelle gare interne.

Dobbiamo trovare una nostra via, alternativa, e Corini la deve perseguire con coraggio.

In casa io giocherei con una linea a 4 in difesa e con 3 centrocampisti puri. Per l'attacco varierei a seconda dell'avversario e dello stato di forma dei nostri calciatori. Per sfruttare al meglio le nostre risorse, vedo bene due soluzioni. O il tridente, coi due esterni Da Cruz e Di Mariano (finalmente ala pura e non esterno tutto campo) a supportare Maniero, o uno schieramento con due punte (Maniero più Da Cruz, Sansone o Macheda) supportati dall'estro e la fantasia di Chajia. Già, Chajia. Il giovane talento belga-marocchino al netto dei ghirigori nei quali ogni tanto si perde, è l'unico ad avere l'estro (e anche la personalità) di tentare giocate diverse, imprevedibili e per questo pericolose. In un ruolo in cui saltare l'uomo e suggerire ai compagni è fattore di rischio per le difese, una carta come Moutir va spesa senza tentennamenti. Per quanto riguarda il tridente invece, con un giocatore come Maniero l'ideale sarebbe avere ai lati "due Matteassi" (Matteassi-Kakà, dribbling e cross), ma il dinamismo e la freschezza di Da Cruz e Di Mariano sono comunque due risorse importanti. Oltretutto, con squadre barricate e risultato da sbloccare, si potrebbe anche usufruire della spinta di Calderoni e Dickmann sulle fasce. Già, Dickmann, l'uomo più pericoloso nelle gare interne col 3-5-2 ingessato di questi mesi. E se un pur ottimo terzino di spinta è il tuo uomo più pericoloso, qualcosa che non va c'è sicuramente.

Stefano Calabrese