Baroni deve avere il coraggio di cambiare

06.10.2015 09:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: ilvenerdiditribuna.it
Marco Baroni
Marco Baroni
© foto di foto novaracalcio.com

Fiducia a tempo a mister Baroni: la società, per bocca del ds Teti, non prende in considerazione l’ipotesi di licenziare l’allenatore, ma in realtà è scattato l’allarme rosso. A favore di Baroni c’è il fatto che il Novara gioca discretamente bene (a parte la partita contro il Como) e perde perché sotto porta gli attaccanti azzurri si divorano gol su gol mentre gli avversari capitalizzano il poco che riescono a costruire.

Ma è ben chiaro che così non si può andare avanti, pena una nuova retrocessione. E allora forse è bene che anche l’allenatore Azzurro rifletta seriamente su come ha costruito la sua squadra. Cambiare è segno di intelligenza, quando il cambiamento è frutto di una analisi approfondita e intellettualmente onesta. Il 4-3-3 non ha dato i frutti sperati, perché Gonzalez ha dimostrato negli ultimi anni che giocare largo non gli è congeniale: non funzionava con Aglietti, non funzionava con Toscano e non si capisce perché debba funzionare con Baroni. Gonzalez (un giocatore che forse ha già dato il meglio di sè, soprattutto in serie B) rende di più se può giocare vicino a un attaccante centrale, girargli attorno, duettare con lui. Manconi e Corazza hanno velocità e dribbling ma poi non sanno fare assist e (Corazza soprattutto) sbagliano davanti alla porta.

Forse la qualità del reparto d’attacco è stata sopravvalutata.

Nel frattempo, il centrocampo non riesce a fare filtro a sufficienza e i 7 gol incassati in 6 partite sono lì a dimostrarlo.

E allora un tecnico intelligente come Baroni può davvero valutare se non sia il caso di giocare con due soli attaccanti e magari un tre-quartista o, ancora, ancorarsi a un classico 4-4-2. Anche perché i giocatori sembrano compatti dietro il loro allenatore.

Licenziare o no Baroni, dunque ? Crediamo che sia il caso di pazientare ancora un po’, soprattutto se l’allenatore saprà trovare una soluzione a un andazzo assolutamente negativo. E magari scegliere un undici sul quale puntare senza cambiare troppo spesso gli uomini: anche così si crea confusione. Non basta sostenere che «l’importante è che si creino le occasioni, i gol arriveranno»: nel frattempo il Novara è ultimo in classifica. E perdere contro Como e Ternana, sulla carta le formazioni più deboli della B, non è un bel segnale.

Attilio Barlassina