Abodi, la B a 21 e le ragioni per dire no

23.07.2014 09:30 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: calciopress.net
Andrea Abodi
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Andrea Abodi
© foto di Federico Gaetano

Il prossimo campionato di Serie B potrebbe essere giocato da 21 club anziché da 22. Questo lo stato dell’arte, alla luce del format fissato a 20 in tempi non sospetti e della contemporanea esclusione dalla cadetteria del Siena.

Da tempo il presidente Andrea Abodi, dirigente visionario di cui si apprezzano i cambiamenti in positivo introdotti nella categoria di sua competenza in controtendenza rispetto all’immobilismo del sistema calcio italiano, sostiene che un format della B a 22 non è sostenibile con le risorse disponibili.

Una riflessione assolutamente condivisibile, anche perché estesa anche alla Serie A e alla Lega Pro quando il numero uno della cadetteria dice a chiare lettere che dentro il contenitore calcio professionistico non dovrebbero entrare più di 70/80 club.

Accade però che il destino si metta di traverso anche agli spiriti più illuminati come, almeno secondo la nostra opinione, Andrea Abodi ha dimostrato più volte di essere facendo parlare i fatti.

Il salvataggio in extremis di Brescia e Varese, che sembravano alla canna del gas ma sono riuscite a salvarsi all’ultimo tuffo (una circostanza che fa il paio con le ammissioni in extremis di molti club della Lega Pro di Macalli, leggi QUI), gli consegna una Serie B condannata a partire con un numero dispari di squadre. Un evento che Abodi per primo non si sarebbe certamente augurato.

Una circostanza che potrebbe rendere agonisticamente meno interessante un torneo in notevole ascesa tecnica (lo dimostra il fatto che la Nazionale Under 21 pesca soprattutto dalla B) e metterne forse a rischio la regolarità, considerato che ad ogni turno una squadra riposerà  e ciò determinerebbe potenziali  ripercussioni negative sulla classifica finale (soprattutto nelle ultime giornate di campionato).

Se le cose stanno così o meno, è questione di opinioni. Resta il fatto che è stato aperto da Abete, il presidente dimissionario della Figc, un tavolo delle riforme che dovrebbe rapidamente ripartire visto che il nostro sistema calcio ha un assoluto bisogno di cambiamento a livello organizzativo (leggi QUI).

Sarà quella la sede in cui il nuovo numero uno della Federcalcio dovrà affrontare una rifondazione globale che coinvolgerà tutte le tre categorie professionistiche e, perché no, anche l’ipertrofica Serie D attualmente guidata da Tavecchio.

Per queste ragioni il suggerimento che ci sentiamo di dare ad Abodi, e siamo certi che la sua lungimiranza lo farà riflettere a fondo sulla questione, è quello di chiedere alla Figc una deroga che ripristini in B un format a 22 squadre.

Una soluzione rapida e indolore, che consentirebbe il ripescaggio del Novara e permetterebbe ai tifosi della cadetteria di essere ancora testimoni di uno spettacolo all’altezza.

Sergio Mutolo